Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

martedì 7 aprile 2020

20.04 – Non ci facciamo mancare nulla...


Se avete amici che parteggiano per le espulsioni dei “clandestini”, gli affondamenti delle navi delle ONG, gli accordi politico-economico-militari con la Libia, che dovrebbero portarci a non vedere più immigrati, perché gli diamo la possibilità di “eliminarli fisicamente a casa loro”… Bene, scusate, ma questa “nota di viaggio” potrebbe risultarvi indigesta. Lo dico prima per non perdere la vostra amicizia per strada…

Dopo la Cina, la Corea, l’Italia, l’Europa che si ritiene superiore, gli Stati Uniti, in cui si ritiene superiore solo Trump, che viene poi regolarmente smentito mezz’ora dopo ognuna delle sue “decisioni storiche” del tipo “Noi siamo superiori al Coronavirus quindi non ci attaccherà”, manco avesse a che fare con l’esercito del Lussemburgo o del Liechtenstein… Bene, dicevo, dopo tutto quanto è successo e sta succedendo nel resto del mondo, anche per l’Africa, nonostante tutte le sue problematiche sicuramente molto peggiori delle nostre, è giunto il momento di fare i conti con il “coronavirus”.
Sinceramente speravo che europei e cinesi, fossero tanto intelligenti e rispettosi verso l’Africa, che si sarebbero trattenuti dal viaggiare in questa direzione, almeno fino alla fine della pandemia, per evitare agli africani almeno questa ultima disgrazia mondiale
Dopo l’ebola, che non è presente in forma ufficiale, ma contro cui bisogna sempre essere allertati, soprattutto se come confinante si ha il Congo Rep. Dem., che non solo non rispetta al suo interno alcuna norma internazionale, ma anzi ogni tanto fa passare la frontiera con l’Uganda a qualche gruppo famigliare di un centinaio di persone, tanto per “sbolognarli” altrove e non far loro contagiare i Congolesi, meno protetti dagli altri…
Dopo la malaria, una delle più grandi fonti di morte, soprattutto per i bambini, che, essendo potenzialmente più fragili, grazie alla malnutrizione ed alle altre malattie endemiche dei piccoli, muoiono più facilmente di tutti per una malattia, per cui, pur essendoci già tante profilassi ed anche, pare, qualche vaccino non distribuito perché non sufficientemente remunerativo per i “poveri produttori farmaceutici mondiali”…
Ecco, dopo tutto questo, ora sta arrivando anche qui, il “coronavirus”, il Covid-19, l’infezione virale partita dalla Cina e distribuita ormai equamente su quasi tutta la faccia del nostro bel globo!
Era ovviamente impossibile che non arrivasse anche qui, ma forse lo si sperava, proprio perché qui le difese immunitarie, dovute alle tante malattie che si diffondo per la debolezza del corpo malnutrito, sono più forti che in altri posti dove ci si difende attraverso vaccini, abitudini igieniche e magari anche ipernutrizione, piuttosto che contraendole e creandosi gli anticorpi.








R I C O R D A T E !!!


Il 20 settembre, è uscito “La Grotta della Pace”, un romanzo per ragazzi (9-16 anni) a firma di Roberto Morgese e mia, ambientato durante la guerra civile in Sud Sudan, conclusasi almeno nominalmente, alla scorsa Pasqua. “Ediz. Messaggero Padova”. Costo euro 16,50.

Prenotatelo da noi: ve lo spediremo senza ulteriori spese, direttamente, a maggior vantaggio della Fondazione. Ogni rimborso delle spese sarà ovviamente gradito e devoluto a copertura della spedizione.

IL RICAVATO SARA’ COMPLETAMENTE DEVOLUTO ALLA
FONDAZIONE BRIDGET EVALYNE”

Attraverso i soliti canali IBAN (causale “Grotta della Pace”)
Paolo MERLO IT47N 06175 14110 000009 206470
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20.03 – Vita nuova per l’Uganda?

 

Le ultime due “note” erano quelle degli auguri per Anno e Decennio ed avevano in comune il detto “Anno nuovo, vita nuova!”

Detto, fatto! In Uganda, il prossimo anno ci saranno le elezioni “democratiche” per il Presidente della Repubblica, che, da quasi 35 anni, porta il nome di Museveni, anno di nascita non ufficiale 1944 o 1945.
Fino a qualche anno fa c’erano due “blocchi costituzionali” alla sua rielezione. aboliti personalmente dal medesimo, uno circa tre anni fa, quello che vietava la rielezione dopo il terzo mandato: raggiunto il quid, il Presidente ha pensato che era più facile cambiare la Costituzione che il numero delle volte che era già stato rieletto e così ha fatto.

Lo scorso anno, avvicinandosi alla fatidica data del 75mo compleanno, le manovre son state due, all’insegna del “facciamo prima e la gente che si arrabbia, lo fa una volta sola!”.
Prima di tutto il Presidente ha abolito il limite di età per la Presidenza, fissato in Costituzione a 75 anni. Poi, in maniera piuttosto decisa, per assicurarsi la “presidenza a vita” ha messo al secondo posto della gerarchia militare suo figlio, creando, a dire il vero, anche qualche scontento di troppo…
Per fortuna la moglie era già impegnata come Ministro dell’Educazione. Quel ministero, come sappiamo bene, che fa costruire le scuole ai privati (nella stragrande maggioranza), senza alcun aiuto economico o partecipazione statale alla gestione, ma con invece un sacco di regole che si trasformano in denaro, costi, contributi, tangenti e, per finire, al momento della “registrazione” (autorizzazione statale all’esercizio dell’attività scolastica) saltano fuori da pagare un mucchio di tasse all’anno, per il solo fatto di aprire una scuola… Come si è sempre detto, l’istruzione è pericolosa per ogni regime “democratico” come questo…

Ma questo è l’antefatto... La scorsa settimana alla fine di una serata di manifestazioni a favore del beniamino dell’opposizione, il cantante Bobi Wine, la polizia aveva fermato molte persone (e pare anche uno dei capi dell’opposizione stessa, il parlamentare Bezigwe) e molti manifestanti erano andati alla centrale della polizia per avere informazioni e magari tentare di liberare i catturati. La reazione della polizia è finita quando una ragazza di 23 anni è stata investita ed uccisa da una camionetta della polizia… mi ricordo i “celerini” romani negli anni ‘60/’70…
Qualche giorno dopo, qui a Nansana, otto chilometri dal centro, ad inizio settimana doveva arrivare Bobi Wine, per un comizio/concerto del movimento “Power to the people!”. Dal pomeriggio si era diffuso il sentore che ci sarebbe stata una forte affluenza di giovani e di “ribelli” dal basco rosso…
Immancabilmente, verso le 22, è scoppiato il caos tra la polizia di stanza qui e i manifestanti. Risultato: un giovane di 33 anni ucciso, secondo le prime notizie della stampa locale, con un colpo di arma da fuoco dal figlio di uno degli ufficiali della polizia.
Ovviamente ora la polizia nega che a sparare sia stato il figlio di uno di loro, soprattutto perché si deve coprire un ufficiale, ma la stampa è concorde.
Speriamo che questo sia solo il lato peggiore del prossimo periodo pre-elettorale.
Ma se il giorno si vede dal mattino, ci sarebbe da pregare il Padre Eterno che le elezioni vengano trasformate magari in un tripudio generale a favore del “Presidente” e che gli ammiratori di Bobi Wine decidano di chiamare a sostituire il cantante rock magari con Al Bano o Pupo

Per quanto concerne il lavoro e la vita di tutti i giorni, poco da segnalare, a parte che qui non si parla certo di “coronavirus”, che pare non ci sia toccato, nonostante il grande numero di cinesi in giro, ma, ciò che un pochino stupisce, è che non si parla nemmeno di locuste, anche se, a dire il vero, le regioni interessate, quelle del nord-est, mai considerato “civile Uganda”, ma “la Karamoja”, quindi terra di pastori, ladri, poco propensi al lavoro e magari anche un tempo un po’ cannibali… quindi cosa contano? Nulla o pochissimo di più…
Stesso discorso per le locuste in Kenya, ma la loro “Karamoja” si chiama “Rift Valley” ed è zona di turismo ricco…



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Il 20 settembre, è uscito “La Grotta della Pace”, un romanzo per ragazzi (9-16 anni) a firma di Roberto Morgese e mia, ambientato durante la guerra civile in Sud Sudan, conclusasi almeno nominalmente, alla scorsa Pasqua. “Ediz. Messaggero Padova”. Costo euro 16,50.

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20.02 – Anno nuovo, vita nuova...


Così ho iniziato gli auguri per il nuovo anno e il nuovo decennio. E io, per non lasciarmi mancare nulla, come mi dice qualcuno magari con un pochino di invi­dia, ma poca eh!, il 4 gennaio ero di nuovo in Uganda.

Questa volta, non avendo più un solo progetto da seguire per una congregazio­ne o per Informatici Senza Frontiere o per altri, ho cominciato a cercare un mi­niappartamento per poter vivere senza costi aggiuntivi, ma solo con la quota pertinente dei progetti che si stanno sviluppando.
Per ora l’alloggio è un albergo di periferia, pulito, non caro, che mi dà anche la prima colazione europea, ma con il tè, pane, margarina e uovo sodo…

Il viaggio è andato benissimo, nessun controllo, ma non avevo niente di spe­ciale, e quindi tutto in regola per potermi riprendere dal viaggio tra il sabato e la domenica. Da lunedì si riprendono i contatti e le telefonate si sprecano.
Tanto per cominciare facciamo un veloce riepilogo della situazione.
A Ruti, con Sandra che non ha voluto mandare tutti i suoi bambini a scuola a tempo pieno e non ha voluto accettare l’offerta di andare per tre anni a scuola lei stessa, a spese della Fondazione, per diventare “manager scolastica”, abbia­mo rotto la collaborazione: i 7 bambini che abbiamo reintegrato nelle famiglie, sono da noi assistiti per le tasse scolastiche e l’alloggio nella scuola dal lunedì al venerdì. Gli altri li tiene lei nella sua casa, con l’aiuto di altri sponsor euro­pei: noi abbiamo deciso di non sostenerla per via delle condizioni in cui i bimbi sarebbero rimasti, in contrasto con il progetto di miglioramento di vita per quei bimbi che recuperiamo alle famiglie e che aiutiamo a stare meglio in tutti i sensi.

Il progetto della “scuola/casa-famiglia” è solo stato spostato di luogo, grazie alla richiesta delle autorità municipali di Moyo, al nord dell’Uganda, al confine con il Sud Sudan. La località si chiama “Lefori” e si trova ai margini del gran­dissimo campo per rifugiati sud sudanesi di Palorinya, di cui abbiamo parlato a settembre.
La scuola dei manghi, quella di Lefori, è cresciuta con un solo edificio e molti manghi, sotto cui si dirige la scuola, si fanno le lezioni, si prende il fresco du­rante le ricreazioni…
Ora il numero di bambini sta crescendo in modo anomalo ed occorre preparare le aule per la scuola materna e per quella elementare allargata a tutti.
La Regione Trentino-Alto Adige, grazie alla stretta collaborazione dell’associa-zione “Docenti Senza Frontiere”, sta studiando il nostro progetto per vedere se si è possibile finanziarlo.
Qui il progetto è proprio una scuola completa di vari edifici per la scuola mater­na, la scuola elementare, i locali per gli insegnanti e i servizi igienici, oltre al dormitorio per i bambini che rimarranno a scuola dal lunedì al venerdì.
Ovviamente tutte le somme già arrivate e quelle che verranno sono state redi­stribuite per i bambini alloggiati alla scuola di Ruti ed altri di altri villaggi, man­tenendo quindi fede all’impegno di toglierli dalla strada e restituirli ai parenti e tutori, ma obbligandoli a partecipare attivamente alle attività scolastiche, o per la scuola che si va a costruire a Lefori.

L’anno appena cominciato, che per le scuole qui comincia all’inizio di febbraio, ci porterà ad assistere una trentina di bambini con l’assistenza allo studio (pa­gamento delle tasse e dei servizi scolastici) nonché altre spese, libri e altro per aiutare le famiglie fino in fondo.
Sempre seguendo il principio che la Fondazione aiuta chi si aiuta e collabora, in qualsiasi modo, al mantenimento dei bambini.

La vita qui non è mai monotona… dicono che sono in arrivo le locuste, che ci saranno a rischio le vite di una decina di milioni di persone nell’Africa Orientale (Kenya, Somalia, Uganda, ecc.). Siamo quasi a fine gennaio e le locuste non sono ancora arrivate, se non in piccolo numero, nella regione orientale, monta­gnosa e semidesertica della Karamoja.
Due anni fa, ad agosto 2018, eravamo a Kalongo, ai margini della Karamoja, e le locuste erano arrivate, ma in quantità relativamente bassa e nessuno se ne era curato minimamente: sono i fenomeni naturali che si ripetono da migliaia di anni, ma allora non c’era Facebook per parlarne, nemmeno a proposito…

Invece, nonostante la presenza massiccia di asiatici, cinesi, indiani, pakistani, l’epidemia di “coronavirus” ancora non si è avvicinata…



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20.05 – Covid19… considerazioni a ruota libera



Ci siamo lasciati, un paio di settimane fa, parlando di questo “mostro” che sta attanagliando il mondo intero, con il mostro sempre attivo e noi chiusi in difesa a cercare di salvare il pari o di perdere con il minor scarto possibile…
Purtroppo lo “scarto”, nel nostro caso, sono gli anziani, i “vecchi”, gli “inutili”, coloro che hanno scritto la nostra storia recente, che ci hanno educati (ma an­che, a volte, diseducati) ad una vita “giusta”, alla “democrazia”, alla “solidarie­tà”, a tutti quei principi che il consumismo capitalista della globalizzazione, ne­gli ultimi 25 anni, ci ha insegnato a distruggere metodicamente con l’arrogan­za, la rabbia, l’intolleranza e quant’altro.

In Africa ci sono ancora alcuni paesi “intoccati” da Covid19, e, tra questi, il Sud Sudan… Speriamo che si salvi, nonostante l’arrivo, in questi periodi, di molti stranieri, per effetto della pace che sembra voler reggere e diventare duratura!

L’Uganda non è salvo, ma ben messo… a tuttora sono solo una quarantina gli “infettati” e c’è stato solo un morto. Il paese è bloccato quasi integralmente, anche se le richieste/imposizioni del Presidente (ancora non approvate dal Par­lamento, ma rese “esecutive” durante i “discorsi alla Nazione” fatti per TV dal Presidente stesso) sono tante ed anche contrastanti tra loro e magari incivili, ma eseguite immediatamente dalla polizia speciale che mette in pratica gli or­dini, prima che divengano legge e che vengano comunicati alla popolazione…
Siamo tutti più o meno bloccati in casa per via del blocco dei veicoli privati e dei trasporti pubblici. Il trasporto commerciale è consentito in parti minime, ma, come in Italia, le cose essenziali” non sono il cibo e i medicinali, ma l’ordi­ne pubblico e le spese militari… ovviamente con i buoni proventi per chi appro­va, dirige e usa le armi anche contro cittadini inermi.
Il presidente ha tenuto alla radio/TV ben tre discorsi diretti alla nazione, annun­ciando di volta in volta restrizioni alla libertà personale, non ancora approvate dal Parlamento, ma in vigore dal termine dei discorsi o qualche ora dopo. Il pri­mo discorso, mercoledì 25 marzo, ha bloccato tutti i mezzi pubblici di trasporto, quindi moto, taxi e bus dalle 24 dello stesso giorno. La mattina successiva chi si trovava in giro e non era riuscito ad arrivare a casa, ha dovuto farlo abusiva­mente e/o a caro prezzo per il rischio che correvano i piloti di auto e moto. La “sceneggiata” si è ripetuta lunedì 30: annuncio di blocco di tutti i veicoli privati dalle 22 (un’ora dopo), di divieto di tornare a casa per gli esercenti dei mercati (dovranno dormire nel mercato), di divieto di dare da mangiare a chi non ne ha (un gruppo di parlamentari che lo stanno facendo da tempo sono stati definiti “idioti da mettere in galera”, dal Presidente, a cui il giorno dopo hanno risposto che sono felici di essere degli “idioti” secondo lui)… Inoltre tutte le misure di “sicurezza personale”, come il divieto di camminare in gruppo e l’obbligo di al­meno un metro di distanza dagli altri. Minaccia di punizione: la polizia dovrà sparare su chi vende per strada, su chi non rispetta le regole (in vigore da su­bito), su chi dà da mangiare a chi non ne ha, ecc.
Risultato: martedì donne e giovani che vendevano quel poco che avevano di cibo, come si fa tutti i giorni, sono stati picchiati e frustati dalla polizia locale di sicurezza (sicurezza di chi?)… Un gruppo di cinque giovani uomini, nell’affolla­tissimo quartiere di Nateete, sulla strada che porta a Masaka, camminava sen­za rispettare la distanza tra di loro: la polizia locale, che è normale polizia in fase di addestramento, ha sparato sul gruppo: tre morti e due feriti che poi hanno subito la seconda razione prima di essere rilasciati.
Il Parlamento si è riunito mercoledì per avvallare le nuove norme di “sicurezza dal Covid19” e di “licenza di farsi uccidere” dalla polizia. Non ha avvallato la di­stribuzione di cibo per la popolazione solo alle città di Kampala e Wakiso (nel cui territorio mi trovo) dando ragione “agli idioti” di cui sopra. O a tutti o a nes­suno, quindi a nessuno… Ma Lui ha promesso 3kg di fagioli e 6kg di farina di mais bianco per ogni famiglia delle due città che Lui considera povere, le altre, soprattutto quelle del nord, non le considera, stop. Peccato che si sappia bene che nei due distretti che vuole favorire, sia presente, fortissima, l’opposizione… ma Lui non lo sa…

La vita, come dicevo, anche qui ormai si svolge a ritmo rallentato e con il mas­simo della prudenza da parte di quasi tutti: solo le moto, ora senza passeggeri, e le auto della polizia sfrecciano a velocità elevate anche nelle strade più popo­late.

Una considerazione di oggi… ma i ricchi egoisti lo sanno che loro, con questo blocco totale di ogni attività, potrebbero diventare poveri e non avere armi di difesa contro la fame a cui non sono abituati, mentre i poveri, bene o male, sa­pranno bene come sopravvivere, anche solo con un pugno di riso al giorno? E poi… se si arrabbiano tutti insieme, i poveri sono sette milioni di volte i ricchi egoisti!



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