Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

giovedì 29 giugno 2017

13 – Nota di “non viaggio”


Ho lasciato passare quasi due settimane tra la prima “nota” e questa… ma so di aver impegnato tutti a cercare di raggranellare un piccolo aiuto per la “mia” scuola di Bukunda… Cominciano ad arrivare un po’ di soldini, ma c’è tempo! Vorrei concludere il progetto entro la fine di agosto, per poter far partire la scuola con la nuova struttura fin dal prossimo gennaio, quando qui cominciano le scuole.

Nel frattempo, tra una email, un comunicato su Facebook, compleanno ed onomastico, ho viaggiato attraverso l’Uganda, in orizzontale per cercare di arrivare in Congo…

La scorsa settimana ho ricevuto dall’Ambasciata del Congo a Kampala il visto per arrivare a quella che era la mia destinazione: sei ore invece di dieci giorni. Evidentemente si sono commossi… Peccato che la polizia congolese di frontiera non riconosca valido il visto rilasciato dalla sua ambasciata! Semplice, io sono cittadino italiano e il visto lo devo chiedere ed ottenere all’Ambasciata in Italia…
Così il viaggio a Rushere per il progetto di una scuola di informatica, continuato verso la frontiera tra Uganda e Congo e Rwanda si è tradotto in quattro giorni di viaggi in bus e permanenza presso missionari comboniani e parrocchie che mi hanno ospitato tutti amorevolmente, curandosi di farmi dormire, mangiare, riposare e cercando di aiutarmi in tutti i modi a superare l’”empasse” burocratica…
Sabato mattina avevo provato ad entrare in Congo ma mi hanno gentilmente mandato indietro dicendomi che forse, passando dal Rwanda, mi avrebbero fatto entrare anche con quel visto della loro ambasciata. Ma FORSE!
Lunedì sono andato al confine con il Rwanda a lamentare che il loro sistema non accettava più le mie richieste di visto di transito. Visto che sapevano che il mio visto congolese non era valido, mi hanno detto di chiedere il visto turistico per il Rwanda e incontrare in Rwanda gli amici congolesi. Soluzione molto ragionevole!

Quindi martedì torno a Kampala: sveglia alle 4.30, il parroco mi porta all’autobus alle 5, visto che parte alle 6, ma lui ha da andare a trasmettere in radio. Si parte alle 6.30 con un bus definito diretto ma che in realtà era come un cagnolino che fermava a quasi tutti gli alberi… e qui ce ne sono una infinità!

Il paesaggio è bellissimo: si parte dovendo attraversare alcune montagne con strada bellissima e panorami magnifici. E’ una delle zone turistiche: le montagne dei gorilla, i laghi, il fiume Kagera, proveniente dal Rwanda, diretto al lago Vittoria (per cui il Rwanda vanta diritti economici sulle acque del Nilo), e tutta la vegetazione coltivata e non. Non c’è un metro quadro non coltivato: le colline sono tutte a pezzettini di terra verdi, marroni, grigi… Forse nasce qui la definizione di Uganda, perla dell’Africa…

Ho finalmente visto le stelle dall’altra parte del mondo. Ed ho fatto un primo errore tecnico: mi sono seduto sul bus sul lato sinistro, dovendo andare verso est, per evitare il sole… Ma sotto l’Equatore il sole è proprio a sinistra, andando verso est… siamo oltretutto nel periodo in cui sole staziona proprio sul parallelo che divide il nord e il sud… Pazienza… Ce ne vuole tanta! Alle 6 mi avevano detto che si sarebbe arrivati alle 14 a Kampala… Siamo arrivati alle 18… Quasi dodici ore di bus, stretto in orizzontale tra il vetro ed il passeggero a fianco, grazie ai sedili minimi, ed in verticale tra i due sedili, senza spazio per le gambe, come usava su certi piccoli aerei di una volta…
Arrivo, lunga corsa in boda-boda e poi doccia e riposo più che meritato! Giorno senza mangiare… promozione assicurata alla “prova costume”!

Il rientro a Kampala va bene… ho ancora da fare moltissime cose ed incontrare diversi gruppi. Aspetto intanto il visto rwandese per andare a Kigali.
In questa settimana mi troverò con la Gioventù Francescana di Kampala, i fornitori di pannelli solari e computer, qualche comboniano di passaggio, tornerò a salutare la scuola di Kasaala realizzata a febbraio e organizzerò il viaggio della prossima settimana a Kigali e Masaka, dove incontrerò la Gioventù Francescana di Bukavu (Congo) e i responsabili della scuola di Bukunda.

Ad oggi fila tutto secondo le previsioni, salvo che a Kampala è arrivato il fresco ed un po’ di pioggia… mi rifarò in Italia, fra dieci giorni, se il caldo non sarà già tornato in Africa!


Per la scuola di Bukunda, ripeto le modalità di donazione…

Paypal con il mio indirizzo email: paolomerlo@aol.com
Bonifico bancario su uno di questi due IBAN:
BANCA CARIGE: Merlo Paolo – Progetto Bukunda
Codice IBAN: IT41E 03431 14109 000009 164170
Codice IBAN: IT96T 06175 49790 000000 193580

Chi volesse avere il Progetto, me lo chieda, per cortesia, via email o Facebook.


giovedì 15 giugno 2017

12 – La burocrazia è una religione


Un altro viaggio verso l’Africa, un nuovo inizio per nuovi progetti, ma anche or­mai una “prassi”, quella dei viaggi, anche piacevole…
Sul volo “Egypt Air”, ancor prima del decollo da Roma, la responsabile dello staff viaggiante si avvicina e mi chiede il nome… un po’ sorpreso confermo e mi dice: “sig. Merlo, lei è benvenuto a bordo. Per qualsiasi problema si rivolga pure a me!”…
Mi sono sentito tra il cospiratore, lo spiato e l’agente speciale. Poco dopo, quando ripassa, scopro l’arcano: sono un cliente “fidelizzato”, “viaggiatore fre­quente”… va bene così. Poi il mangiare è lo stesso e il servizio pure, e posso dire meno male, perché (e finisco lo “spot”) con Egypt Air ho sempre volato benissimo!

Arrivo alle 4 del mattino ad Entebbe. In dogana mi chiedono come mai ho quattro o cinque “laptop”: sono per una scuola… Tutto ok! Il taxi chiamato tra­mite amici arriva quasi subito.
Passo la giornata preparando i bagagli per ripartire la sera per il Congo, pas­sando dal Rwanda e alle 18 vado alla stazione dei bus per partire. Invece che alle 20 si parte alle 21.30, ma va bene lo stesso…
Verso le 3.30 del mattino arriviamo al confine rwandese e qui… La mia organiz­zazione quasi teutonica del viaggio viene annientata dalla burocrazia rwandese. Non ho il visto sul passaporto. “Devo transitare: a Kigali prendo il bus per il Congo…” “In frontiera non si rilasciano visti!”… “Ma in tutti i Paesi Africani...” “Il Rwanda non è uno dei Paesi africani… Il Rwanda è il Rwanda!”…
Dal tono di questa risposta capisco che proprio non esistono alternative…
Devo tornare a Kampala (6/8 ore di viaggio), fare domanda via internet del vi­sto di transito e aspettare tre giorni…
Bene. Comincio ad occuparmi degli altri progetti e del programma di incontri del mese.
Arriva il visto, ma con il nome della dogana sbagliato: devo entrare da un’altra frontiera. Intanto ho deciso di cambiare il programma di viaggio e rinvio il Con­go a fra due settimane.
Intanto anche dal Congo mi danno buone notizie, si fa per dire… Si sono di­menticati la “lettera di invito”, che però mi mandano via email. In dogana pos­so fare il visto, ma costa 300$ per una settimana (in Uganda 50$ per 3 mesi, e in Rwanda 30$ per un mese)… ma all’ambasciata congolese sono gentilissimi e il visto qui costa molto meno… Meno male che ho rinviato!

Mi sono quindi trovato una settimana di mezza vacanza a Kampala, con i Padri Comboniani che mi hanno accolto e tenuto con la solita benevolenza, gentilez­za e cordiale ospitalità.

Nei primi giorni c’è stato un bel via vai di missionari: c’era stato un convegno di tutti i vescovi e alcuni erano in ritiro spirituale, per cui ho incontrato un sac­co di amici con cui abbiamo fatto progetti negli scorsi anni.
Molti sono anche coloro che hanno chiesto di poter portare avanti anche le loro scuole e le loro attività lavorative per i giovani e per gli abitanti di alcuni villag­gi in cui bisogna promuovere il lavoro e offrire la prima “spinta” per far partire il volano economico che li aiuterà a sopravvivere anche in situazioni di siccità, come ora.

Come sempre, alla fine del viaggio, mi troverò con un paio di progetti che pos­sono partire e altri quattro o cinque da studiare di nuovi e per cui bisognerà la­vorare alla realizzazione, cominciando dal reperimento dei fondi...

Un progetto di cui andrò a discutere negli ultimi giorni di permanenza qui, ma di cui ho già raccontato nelle “note precedenti”, è quello dell’ampliamento di una scuola primaria in un villaggio rurale: la scuola ha ora sette classi più l’asi­lo, un’aula ogni due classi… e i bimbi sono come i nostri… immaginate come possono essere lezioni ed insegnamento!
Il costo dell’ampliamento ad otto aule sarà intorno ai 10.000 euro… amici che leggete, pensateci un momento… con solo 20/50 euro per uno… SI PUO’ FARE!