Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

lunedì 28 gennaio 2019

01 – Progetti, viaggi, avventure, aneddoti





Anno nuovo, vita nuova! Buon 2019 a tutti gli amici che ancora mi sopportano e, forse a maggior ragione, a tutti quelli che mi sostengono, mi suggeriscono, mi chiedono di continuare, ed ancora più a maggior ragione, a tutti coloro che si stanno impegnando personalmente ad aiutare i miei “progetti umanitari”.


Ma mi piace cominciare quest’anno con una nota leggera, di racconto e non di “richiesta fondi”!

Il nuovo viaggio, che durerà tre mesi, è iniziato veramente nel migliore dei modi: voli tranquilli, controlli doganali normalissimi, ed all’arrivo ad Entebbe nessuna richiesta per i 6 pc che mi stavo trascinando dietro, divisi tra tutti i ba­gagli per non dare nell’occhio…

Il taxi era all’aeroporto e con 25 euro, prezzo di favore, me la sono cavata an­che questa volta.

Arrivato domenica all’alba, ho dormito tutto il giorno o quasi, poi ho cominciato i preparativi per le due prime settimane, già “quasi” programmate: qui bisogna sempre riconfermare tutto fino all’ultimo momento… nessuno si prende la briga di disdire un appuntamento, anche importante, basta non esserci… gli altri si arrangiano… “African time”…

Sono stato abbastanza bravo ad educare chi incontro: “alla prima che mi fai, ti licenzio e te ne vai!”… e siccome sono un “mzungu”, un bianco che porta soldi ed aiuto, diventano immediatamente seri e puntuali.


La prima settimana comincia, purtroppo, con la notizia della morte di una bim­ba di 7 anni, figlia dell’amica che mi ha portato a Bukunda a fare la scuola dello scorso anno. Dopo sei mesi di cure, anche in Canada, la piccola non ce l’ha fat­ta. La mamma mi aveva confidato, un anno fa, che, pur avendo già cinque fi­glie, avrebbe voluto avere altri bimbi… vedremo… un bell’esempio per gli egoi­sti che non fanno più figli e sono contro l’immigrazione o addirittura contrari all’integrazione.


Il lavoro riparte però normalmente con la prima visita a Masaka per un proget­to di una nuova scuola primaria, con annesso anche un piccolo dispensario, in un villaggio nell’interno della provincia di Masaka, a circa 25 chilometri dal ca­poluogo. Qui il percorso è tale che occorre circa un’ora per arrivarci, con strade e stradine di montagna, costruite, ovviamente, senza ponti né gallerie, che qui non si usano (e non cadono!)…

C’è già la terra, proprietà di una “head teacher” (direttrice didattica), che la mette a disposizione. Faremo i conti e parlerò con l’associazione degli aboitanti del villaggio.



Fatto questo, tre giorni a Mbarara e Ruti per la “casa-famiglia”. Il progetto va avanti, si cominciano a delineare i problemi e le soluzioni. Ma su questo invierò un documento specifico: “Notizie dai bimbi di Ruti”.

Mbarara, con oltre 200.000 abitanti, è la seconda città dell’Uganda. In via di veloce sviluppo, cresce a vista d’occhio, una grande tangenziale, rifacimento delle strade cittadine e di un sistema fognario moderno (ma non si sa quanto sufficiente per le esigenze reali) e quindi tanta polvere e un piano regolatore che, a vista, non sembra fatto a misura d’uomo…

La crescita è dovuta al clima, non torrido, ma umido, alle grandissime coltiva­zioni di banani di ogni tipo e famiglia, dal commercio e dai grandi allevamenti, che hanno dato una grande spinta all’industria del latte: la raccolta quotidiana porta il latte a diversi punti di lavorazione e di qui ad una produzione a mio pa­rere (e sono uno che lo digerisce difficilmente!) molto buona: il latte “intero” è pieno e ottimo. Poi ci sono gli altri lavorati ed una buna produzione di yoghurt, che sta entrando nell’uso comune.


A Ruti la situazione dei nostri bimbi è stazionaria, tendente al problematico, data la situazione finanziaria di coloro che stanno aiutandoli prima dell’”arrivo dei nostri”…

Tutti insieme stiamo cercando di accelerare i tempi per iniziare quanto prima ad acquistare il terreno e iniziare la costruzione. Siccome stiamo lavorando duro, la Provvidenza, che aiuta chi si aiuta e non chi aspetta, ci darà una mano… Capito il messaggio, Provvidenza???

Partire da Mbarara è sempre più difficile… il tempo passa veloce e sarebbe bello andarci per trovare i bimbi in una CASA…

Rientrato a sera avanzata a Kampala, nuovo week end di attesa e riposo asso­luto: qui fa caldo e piove un’ora al giorno, tutti i giorni… La città è sempre più simile a Napoli o Catania… traffico indisciplinato al 100%, nonostante la polizia locale faccia un grande lavoro… ma quando c’è, è quasi peggio…


Riparto volentieri, martedì mattina… Vado a Kasaala, da padre Giorgio, che mi accoglie sempre come un principe (grazie anche ad una bella fetta di parmigia­no reggiano, che gli porto ormai come un ex-voto)!


Ci incontriamo con Jemma, la prima “adozione allo studio” che si prova a fare. Jemma è una ragazza di Kalongo, profondo nord, allieva del corso di informati­ca fatto lo scorso agosto con la collega Nicole, sempre di Informatici Senza Frontiere, al Centro Parrocchiale Giovanile della cittadina.

La “ragazza” ha lasciato la scuola cinque anni fa, per la morte dei genitori; si è unita ad un ragazzo “sbagliato”, ed ha avuto due bimbi che ora hanno 5 e 2 anni. Ora si è “liberata” del ragazzo e ha deciso di riprendere le superiori e di­plomarsi come “nurse”… L’abbiamo iscritta al “Comboni’s College” di Kasaala, dove, con Informatici Senza Frontiere, due anni fa, abbiamo fatto l’aula di in­formatica. I bambini sono rimasti con la sorella di Jemma.

Jemma sarà una “anziana” ed avrà anche il compito di seguire un po’, con la sua esperienza di vita, le giovani che saranno con lei 24 ore su 24!



 Aiutiamo i ragazzi di questa terra a crescere come i nostri migliori…

Una “adozione allo studio” è un’esperienza speciale!

Bene… Sono riuscito a parlare specialmente dei progetti… fra qualche giorno vi racconterò qualche aneddoto… A presto, cari amici!