Un altro viaggio verso l’Africa, un nuovo inizio per nuovi
progetti, ma anche ormai una “prassi”, quella dei viaggi,
anche piacevole…
Sul volo “Egypt Air”, ancor prima del decollo da Roma, la
responsabile dello staff viaggiante si avvicina e mi chiede il nome…
un po’ sorpreso confermo e mi dice: “sig. Merlo, lei è benvenuto
a bordo. Per qualsiasi problema si rivolga pure a me!”…
Mi sono sentito tra il cospiratore, lo spiato e l’agente speciale.
Poco dopo, quando ripassa, scopro l’arcano: sono un cliente
“fidelizzato”, “viaggiatore frequente”… va bene così.
Poi il mangiare è lo stesso e il servizio pure, e posso dire meno
male, perché (e finisco lo “spot”) con Egypt Air ho sempre
volato benissimo!
Arrivo alle 4 del mattino ad Entebbe. In dogana mi chiedono come mai
ho quattro o cinque “laptop”: sono per una scuola… Tutto ok! Il
taxi chiamato tramite amici arriva quasi subito.
Passo la giornata preparando i bagagli per ripartire la sera per il
Congo, passando dal Rwanda e alle 18 vado alla stazione dei bus
per partire. Invece che alle 20 si parte alle 21.30, ma va bene lo
stesso…
Verso le 3.30 del mattino arriviamo al confine rwandese e qui… La
mia organizzazione quasi teutonica del viaggio viene annientata
dalla burocrazia rwandese. Non ho il visto sul passaporto. “Devo
transitare: a Kigali prendo il bus per il Congo…” “In frontiera
non si rilasciano visti!”… “Ma in tutti i Paesi Africani...”
“Il Rwanda non è uno dei Paesi africani… Il Rwanda è il
Rwanda!”…
Dal tono di questa risposta capisco che proprio non esistono
alternative…
Devo tornare a Kampala (6/8 ore di viaggio), fare domanda via
internet del visto di transito e aspettare tre giorni…
Bene. Comincio ad occuparmi degli altri progetti e del programma di
incontri del mese.
Arriva il visto, ma con il nome della dogana sbagliato: devo entrare
da un’altra frontiera. Intanto ho deciso di cambiare il programma
di viaggio e rinvio il Congo a fra due settimane.
Intanto anche dal Congo mi danno buone notizie, si fa per dire… Si
sono dimenticati la “lettera di invito”, che però mi
mandano via email. In dogana posso fare il visto, ma costa 300$
per una settimana (in Uganda 50$ per 3 mesi, e in Rwanda 30$ per un
mese)… ma all’ambasciata congolese sono gentilissimi e il visto
qui costa molto meno… Meno male che ho rinviato!
Mi sono quindi trovato una settimana di mezza vacanza a Kampala, con
i Padri Comboniani che mi hanno accolto e tenuto con la solita
benevolenza, gentilezza e cordiale ospitalità.
Nei primi giorni c’è stato un bel via vai di missionari: c’era
stato un convegno di tutti i vescovi e alcuni erano in ritiro
spirituale, per cui ho incontrato un sacco di amici con cui
abbiamo fatto progetti negli scorsi anni.
Molti sono anche coloro che hanno chiesto di poter portare avanti
anche le loro scuole e le loro attività lavorative per i giovani e
per gli abitanti di alcuni villaggi in cui bisogna promuovere il
lavoro e offrire la prima “spinta” per far partire il volano
economico che li aiuterà a sopravvivere anche in situazioni di
siccità, come ora.
Come sempre, alla fine del viaggio, mi troverò con un paio di
progetti che possono partire e altri quattro o cinque da
studiare di nuovi e per cui bisognerà lavorare alla
realizzazione, cominciando dal reperimento dei fondi...
Un progetto di cui andrò a discutere negli ultimi giorni di
permanenza qui, ma di cui ho già raccontato nelle “note
precedenti”, è quello dell’ampliamento di una scuola primaria in
un villaggio rurale: la scuola ha ora sette classi più l’asilo,
un’aula ogni due classi… e i bimbi sono come i nostri…
immaginate come possono essere lezioni ed insegnamento!
Il costo dell’ampliamento ad otto aule sarà intorno ai 10.000
euro… amici che leggete, pensateci un momento… con solo 20/50
euro per uno… SI PUO’ FARE!
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