Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

lunedì 16 febbraio 2015

7 – Ultime da Kasaala



Finito il corso, pronta la classe di informatica, il preside e gli insegnanti mi sollecitano perché vogliono iniziare immediatamente i corsi del nuovo anno.
Trascorro gli ultimi giorni a Kasaala prima di partire per il nuovo impegno a Ngetta, dove si ricomincia daccapo o quasi.

Effettivamente a Ngetta una classe di informatica c'era già... l'avevo vista lo scorso anno, quando decisi di rinnovarla completamente. Una decina di vecchi, vecchissimi, direi quasi antichi, PC IBM, con appena 256 Mega di memoria, su cui avevano avuto l'idea di installare Windows XP sulla base di Windows 95! Come si faceva da giovani con la 500 Abarth...
Ma anche l'aula era messa in modo da non poter molto insegnare, in giro lungo le pareti, e senza proiettore.
Mercoledì andrò a Ngetta e vedrò cosa hanno già fatto in base al “progetto Informafrica” e poi comincerò uno o due corsi per docenti.

In questi giorni sono stato un paio di volte a Luweero, la cittadina in cui c'è il mercato, la sede della diocesi, chi fa le fotocopie e stampa i certificati. Qualcuno mi accompagna e mi ci lascia, così posso fare quello che mi serve e poi torno con il “boda-boda” che mi chiede il corrispettivo di meno di un euro...
Quest'anno ho scoperto che potrei rispamiare: invece che prendere il “moto-boda” potrei prendere il “bici-boda”! Già... ho scoperto i ciclisti che mettono il portapacchi dietro il sellino, ci installano un comodo cuscinetto, e fanno servizio taxi a prezzo concorrenziale! Mi vengono In mente i carretti di Bombay di cui mi parlava mio padre quando tornò da quattro anni in India... o i riksciò di Pechino di qualche film del secolo scorso.

Domenica, oggi, quasi normale, ma non ci sono i due sacerdoti comboniani: padre Giorgio in giro a dire le sue messe nei villaggi “outside” e padre James che sta tornando da Gulu dove è andato per la consacrazione di un nuovo sacerdote comboniano. Peccato non esser potuto andare. Sarei tornato volentieri in quella città tanto bistrattata dal governo ugandese e con tanti amici. Al nord, tra gli Acholi, il gruppo etnico di Gulu e oltre, si dice che l'Uganda ufficiale finisce al ponte di Karuma, quello delle bananine arrostite e servite nella carta di giornale, degli spiedini di fegato e della diga cinese che dovrebbe essere fatta sul Nilo.
Il sacerdote diocesano che viene a dire le due messe, in lingua Luganda e in Inglese per le scuole, è uno showman: la prima messa, inizia qualche minuto dopo le 8 a finisce alle 10.30. Fortunatamente ho deciso di seguire quella in inglese, così posso capire anche la predica... La messa in inglese, brevissima, finisce alle 12... un'ora e mezzo...
All'una ho appuntamento con il vicedirettore della scuola che mi ha invitato a pranzo a casa sua anche quest'anno. Dovrebbe mandarmi una moto che conosce la strada. Alle due mangio qualcosa in casa perché nessuno si è visto e sento i morsi della fame. Poi vado a leggere...

Alle due e mezzo mi chiamano che Lukwago è arrivato a prendermi; mi rivesto “da fuori” e vado, spiegandogli che mangerò qualcosa per fare compagnia... African time! Non si era scordato: era solo “qualche minuto” in ritardo e il telefonino glielo hanno rubato nei giorni scorsi...
Accoglienza sempre molto calorosa, sia sua che della moglie. Un succo di frutta mista, fatto in casa, che è superlativo; il “matoke”, la banana “planten” bollita nella foglia del banano, veramente eccezionale, soprattutto con sopra la crema di noccioline macinate e bollite!
Ottimo e abbondante... stasera minestra e ananas!

Alla prossima! … ma da Ngetta, regione di Lira, insomma... dalla prossima scuola!


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