Dopo
soli tre mesi a casa, in Italia, nella splendida Italia che amo
vedere e rivedere e rivedere ancora, e partendo dalla Toscana
medievale si può ben capire!, eccomi di nuovo in Africa, questa
volta con qualche meta in più in cui andare e soltanto un mese e
mezzo di tempo per fare tutto...
All'arrivo
all'aeroporto di Entebbe (la Malpensa di Kampala, capitale
dell'Uganda) l'Africa mi riaccoglie, nonostante siano le 4 del
mattino, con il calore della terra e della polvere, la sua brezza
calda e con tutti i suoi odori tanto diversi.
Dentro
di me sento di essere come a casa, magari la casa in campagna, o al
lago, visto che qui c'è il Lago Vittoria, uno dei maggiori del
mondo, e la campagna è tutto o quasi. Roberto, da buon toscano, al
ritorno mi dirà con moltissime ragioni, che la sua terra chianina è
la più bella del mondo e che devo stare lì e non qui, per stare
bene!
Sicuramente
la terra di Toscana, della Valdichiana, della terra di Siena e di
Arezzo, del Palio e di Piero della Francesca, dei Medici e degli
Strozzi, nulla ha a che vedere con questa terra arida, bruciata, ma
anche verde e rigogliosa...
I
vigneti e gli oliveti belli precisi come si vedono da noi, come i
meleti del Trentino-Alto Adige, qui non ci sono. I campi con tanti
colori diversi, soprattutto al cambio di stagione e di coltura, oro
vecchio ancora da dissodare, marrone scuro quelli appena preparati,
magari qualcuno già con il primo verde chiaro chiaro, o i vigneti
rosso ruggine dopo la vendemmia, quelli qui non ci sono. I "giganti
bianchi" della razza chianina qui sono povere mucche affamate
alla ricerca di qualcosa da brucare, come le capre e qualche
pecora...
Qui
al centro commerciale, dove solo i bianchi possono permettersi di
entrare con l'idea e la possibilità di comprarsi uno shampoo
dell'Oreal o la crema Nivea, sono ancora e sempre i ragazzi neri che
chiedono di riportare il carrello in cambio di una misera mancia,
visto che nei carrelli non si deve mettere la monetina...
Qui
il bianco lo chiamano "musungu" (senza offesa!): il
"diverso" qui è lui! E' lui che con grandi macchine
pulitissime (dai ragazzi neri) va in giro con una certa arroganza,
potendosi permettere qualsiasi cosa, ma soprattutto di vivere "alla
grande" con poca spesa, sfruttando i bassi costi della vita
africana con i lauti guadagni del mondo occidentale.
Tutto
vero, il nostro benessere, come ormai lo chiamano solo i benestanti e
gli economisti, che stanno ancora meglio dei benestanti!, è
sicuramente una meta raggiunta, "abbiamo" tutto o quasi, e
chi non ha ancora tutto si fa in quattro per arrivarci prima degli
altri... ma come viviamo? Quando ci fermiamo per la strada a
chiacchierare con un ragazzo nero, o una ragazza cinese a chiedere da
dove viene, come mai si trova da noi, cosa fa?
Abbiamo
paura degli altri uomini, temiamo che ci rubino il portafoglio o il
posto di lavoro, o la religione o la donna...
Vado
in giro per città grandi due, tre, quattro volte Roma, tanti mi
salutano, tanti mi chiamano "musungu" con un sorriso, i
bambini chiedono "how are you?" sperando che mi giri a
guardarli rispondendo "I'm ok!" o "I'm fine!" per
farsi una bella risata...
Stamattina
alla Messa a Gulu, una bimba in braccio alla mamma mi ha visto, mi ha
indicato alla mamma, poi mi ha fatto un sorriso e un ciao con la
manina: mi ha fatto sentire "diverso", e non solo nel
colore della pelle!
Come
il saluto caloroso, all'arrivo al Centro dei "Comboni
Samaritans", delle donne handicappate che si ricordavano di
avermi visto a maggio e mi hanno ringraziato di essere tornato...
Forse
è qui la differenza. Anche noi sappiamo essere bravi e generosi, in
mille occasioni, ma non riusciamo che raramente a sorridere
all'altro, abbiamo paura... qui si sente la differenza che fa l'uomo,
diciamo pure "all'antica", con la sua semplicità d'animo,
con la sua povertà materiale e la sua ricchezza interiore!
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