Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

mercoledì 12 settembre 2018

6 – Nuovo viaggio, nuove esperienze




Sono in Uganda già da tre settimane e solo oggi riesco a trovare il tempo di raccontare, a me stesso, ai miei nipotini ed a tutti i miei amici che, sapendomi qua, mi sollecitano a dare notizie e spunti per immaginare quanto, per i più svariati motivi, non possono vivere in prima persona, anche se poi partecipano anche generosamente alle mie “avventure” nella creazione di qualcosa di utile per questi popoli che sono costretti a fare della propria povertà una virtù ed un “modello di vita solidaristica” che noi non sappiamo più nemmeno immaginare.

Un piccolo episodio alla Messa. Ad un bimbo cade una caramella e si rompe. Dopo un po’ un bimbo dalla fila accanto vede la caramella rotta e ne raccoglie il pezzo più grande: al primo momento fa per metterselo in bocca, ma cambia subito idea e lo da al bimbo a cui era caduta; la mamma di quest’ultimo raccoglie l’altro pezzo e lo da al bimbo che ha raccolto il primo. Bravo il bimbo e brava la mamma! Africa...

Il viaggio è andato bene, come di norma, salvo un ritardo di un’ora e mezzo nella partenza da Fiumicino e relativo ritardo all’arrivo al Cairo. Ho aspettato un’ora e mezzo di meno al Cairo… Visione positiva delle cose, come nella migliore tradizione africana!
Unica variante sul viaggio: alle 4 del mattino della domenica di arrivo, andando dall’aeroporto a Kampala, il taxi che mi portava è rimasto senza carburante, dopo aver superato almeno sei distributori aperti… Attesa di circa venti minuti sul taxi, finché il driver non è tornato, su un moto-taxi, con il carburante…
Tanto dovevo solo andare a dormire…

I primi giorni li trascorro a Kampala, per organizzare quanto deve ancora essere portato a Kalongo per rifinire ed attivare l’aula di computer della parrocchia che l’ecuadoregno padre Ramon ha voluto per raccogliere ed educare i giovani della piccola cittadina del nord, cresciuta moltissimo dopo la nascita del dispensario comboniano, nel 1934.
Devo anche attendere l’arrivo di una neofita dell’Africa: Nicole, giovane informatica pisana, che ha chiesto ad Informatici Senza Frontiere di fare, a sue spese, una prima esperienza con uno di noi, maggiorenne e vaccinato a climi, usi e costumi diversi…

Kalongo ci attende. Al margine della Karamoja, questo piccolo centro non supera le dimensioni di un villaggio, ed è costruito lungo tre direttrici che si incontrano davanti al viale di ingresso a quello che era il “dispensario” del 1934, segno evidente che il villaggio si è espanso dopo la nascita dell’ospedale stesso, ed in maniera assolutamente ordinata.
All’inizio degli anni ‘50, il missionario che dirigeva il locale dispensario, sentito che Giuseppe Ambrosoli, studente nel seminario comboniano, medico, in procinto di diventare sacerdote, desiderava esercitare la professione in Africa, gli chiede di venire a lavorare come medico a Kalongo. Il padre comboniano chiede al vescovo di Milano, all’epoca mons. Montini, di accelerare i tempi per il sacerdozio di padre Giuseppe ed in tre mesi, nel 1955, riesce ad ottenere la consacrazione e l’anno dopo la partenza per la terra degli Acholi (Gulu e nord-est dell’Uganda).
Padre Ambrosoli, figlio del fondatore della fabbrica di caramelle al miele, aveva deciso di donare la sua vita e i suoi studi alla cura degli ultimi, nello stile di padre Daniele Comboni; il medico-missionario, rimarrà in questo ospedale durante le varie guerre ugandesi fino a pochissimi giorni prima della sua morte, avvenuta per le conseguenze della guerra, a Lira, il 27 marzo 1987.
Storia veramente bella ed esemplare per tutti coloro, missionari e non, che si sentono chiamati “all’altro”.
La Chiesa lo ha già inserito nei “venerabili”, coloro che hanno dato esempio di vita santa e legata agli ideali evangelici.

Oggi questo splendido ospedale, riaperto nel 1989 grazie a padre Tocalli, con la continuazione dei finanziamenti da parte della famiglia Ambrosoli (e della omonima Fondazione) e di tanti altri, continua ad essere un fiore all’occhiello dei missionari comboniani, come gli altri due, altrettanto famosi, di Gulu (Lachor Hospital) e di Matanyi, in Karamoja.

Siamo venuti qui con Nicole, per allestire la nuova “computer room” di cui parlavo sopra e preparare alcuni giovani all’insegnamento dell’informatica, con un corso di tre settimane. Appena arrivati siamo stati presentati ai volontari italiani che lavorano nell’ospedale e siamo stati coinvolti anche qui per cercare soluzioni e miglioramenti informativi. Informatici Senza Frontiere ha realizzato un pacchetto software proprio sulla gestione ospedaliera e lo ha appena revisionato con la consulenza e l’analisi dell’associazione “CUAMM, medici per l’Africa” di Padova. Vedremo cosa si può fare, ma sarebbe una cosa bellissima tornare qui per dedicarsi a questo tipo di applicazione!

Questo dell’aula di informatica a Kalongo è il primo lavoro che farò nei tre mesi di permanenza in Uganda. Poi tornerò alla scuola secondaria di Rushere, per vedere come funziona ed a Bukunda per i passi successivi alla costruzione della stessa, ormai terminata.

Non temete, Amici!
Conto sempre sulla generosità di tutti e vi chiederò ancora aiuto, per questa scuola e per altri progetti che si stanno materializzando: un’altra scuola, un orfanotrofio e così via… Questo è ciò di cui la gente di qui ha bisogno, questi sono gli unici motivi per cui verrebbero via di qua!

Da qualche tempo, con qualche amico, stiamo pensando di costituire una Associazione che ci consenta di far detrarre dalle tasse tutte le offerte che ci arrivano, ovviamente escludendo gli importi minimi. In questo modo sarebbe possibile anche arrivare a “mantenere agli studi” alcuni tra i ragazzi più meritevoli con cifre piuttosto esigue….
Gradirei che ognuno di voi che leggete queste note mi esprimesse il suo parere e il suo consiglio. Inutile dire che questa idea va oltre la mia associazione ad ISF, con cui non ci saranno possibilità di conflitto, in quanto questa associazione si occuperebbe di aiutare direttamente i ragazzi studenti e solo nelle scuole primarie e secondarie.



Per AIUTARE la scuola

e i bimbi di BUKUNDA:

Bonifico bancario sul seguente IBAN:

BANCA CARIGE : Merlo Paolo - Progetto Bukunda
Codice IBAN: IT72Q 06175 14110 000009 208370

NON IMPORTA QUANTO e COME… MA… AIUTATECI!!

Per ulteriori informazioni:




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