Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

giovedì 22 dicembre 2016

1 - Ancora in Uganda…

 

Arrivare ad Entebbe è ormai quasi come arrivare a Fiumicino… mi sembra di ri­conoscere anche le persone… ma riesco anche a valutare i vari cambiamenti, le migliorie che stanno apportando all’aeroporto, ormai tra quelli “buoni” per arri­vi e partenze intercontinentali… Ottimo… quindi… “Pronti?… Via!”…

Questo è il quarto viaggio a permanenza lunga, oltre qualche “scorribanda” dal vicino Sud Sudan, in questo splendido Paese, verde e ricco di acqua, colori, specie vegetali ed animali, ma anche ricco di persone rappresentanti etnie, co­lori, caratteristiche somatiche e lingue diverse.

I primi giorni li trascorro a Kampala, nella casa dei Padri Comboniani, sempre accoglienti e pronti a risolvere qualsiasi anche piccolo problema. Ritrovo gli amici, il padre Provinciale che sta per terminare il suo mandato, l’amministra­tore, piccolo come me, ma tutto pepe, e poi il vescovo di Moroto, padre Damia­no, italiano, comasco, e tanti altri.
Ma questi giorni sono da sfruttare per la programmazione di tutto il periodo di permanenza e lavoro, quindi alcuni incontri, tra sabato, domenica e lunedì me li metto subito in cantiere…
Sabato alle 12 appuntamento con i giovani francescani, che mi dovrebbero ve­nire a prendere per portarmi ad un loro incontro nazionale… Alle 15.30, dopo qualche rinvio di orario, rinunciamo e rinviamo…
Domenica mattina viene a prendermi padre Edwards, direttore dell’”Università dei Martiri Ugandesi”, scuola di formazione pre- e post-laurea in management, commercio e amministrazione. Un’oretta di ritardo tanto per non disabituarsi ed un incontro assai interessante: verrò a trascorrere qui i due ultimi giorni di permanenza per fare un breve “stage” sul foglio elettronico agli studenti del corso attuale, tanto per insegnare qualche piccolo trucco, qualche malizia da “vecchio utilizzatore”, per dar loro la possibilità di migliorare l’utilizzo dello strumento.
Alle 14 avrei un altro impegno, in centro, per consegnare una busta ad una persona… alle 16, dopo tre telefonate, avviso che non aspetterò oltre i quindici minuti… Dopo sette minuti arriva e si scusa… ma di che? Se era tanto vicino non poteva venire prima? “African time”…
Nel frattempo sono tornato a “pranzare” in una specie di self-service popolare che conosco: un bel piatto di riso lesso, fagioli e crema di noccioline, il tutto “innaffiato” (i benmangianti dicono così… o no?) da mezzo litro di succo di frut­ta mista, chiamato con sussiego “cocktail” nel listino… veramente ottimo!
Conclusione… in tre giorni ho accumulato pazienza per sei ore di ritardo com­plessive… non credo sia un record, ma va già bene…

Sfrutto l’arrivo di padre Giorgio, che mi ospiterà a Kasaala per il mese di gen­naio, per andare a fare qualche acquisto per il centro di Kampala e per portar­mi avanti con la marcia di avvicinamento a Gulu, prima tappa effettiva.
Così dormo due notti a Kasaala, prendendo posto della mia “nuova camera”, la­sciando tutti i bagagli più importanti, salutando coloro che già conosco, visitan­do la scuola dove lavorerò il prossimo mese, anche per accertarmi che vada tutto bene… Sembra tutto a posto. Speriamo che continui così.

Il viaggio per Gulu dura oltre cinque ore: sono circa 280 chilometri di strada ormai finita e molto buona, anche se “affollata” di biciclette, pedoni, motoci­clette e furgoncini per il trasporto locale di ogni genere: i famosi “matato”…

Arrivare a Gulu dopo due anni e mezzo fa quasi impressione: oltre alla strada ormai rifatta completamente, anche in città sono migliorate molte cose, altre sono semplicemente cambiate, altre si sono “perse”…
Il mercato, che era estesissimo e fuori città, ora è stato edificato ed ospitato in una struttura multipiano piuttosto moderna, anche se “cinesemente semplice”, in cui ogni banco ha circa 3 metri a disposizione e i cartelli che dovrebbero in­dicare i vari reparti sono stati messi in anticipo e poi tutto è stato organizzato diversamente… ma dove non succede?
Vado subito a comprarmi un nuovo paio di ciabatte fatte con i copertoni delle auto riciclati…

Per il “meteo”, tanto importante per gli occidentali, mi avevano detto che pio­veva ancora e che la stagione secca tardava… temo di aver portato il sole… ho visto per ora solo due temporali da lontano, nemmeno una goccia di pioggia e tanta polvere, proprio come nella stagione secca che ormai è arrivata…

Quindi caldo asciutto, qualche zanzara, qualche altro insetto, ma c’è frutta di ogni tipo, nonostante la stagione non sia andata molto bene… e ancora piutto­sto freschino la sera e di prima mattina…  Ottimo!



Nessun commento:

Posta un commento