Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

venerdì 6 maggio 2016

2 – Ancora sul Congo



Dopo circa due settimane di permanenza a Kimbondo, gli eventi si succedono come ovunque, anche se qui hanno altro quasi sempre un sapore diverso…

La scorsa settimana è morto, in Costa d'Avorio, Papa Wemba, un cantante con­golese che, a giudicare dai servizi giornalistici, doveva essere veramente im­portante… Tra lunedì e mercoledì si sono svolti i suoi funerali: Kinshasa è rima­sta paralizzata per tre giorni e i funerali si sono svolti con il cerimoniale di Sta­to… Non mi stupisco più di tanto: un paese alla vigilia delle elezioni, con il pre­sidente, figlio del presidente precedente, che riforma la Costituzione per poter essere rieletto ancora una volta, o forse più; un paese in cui si stanno riaccen­dendo focolai di guerra sopiti; un paese in mano ai capitali occidentali e cinesi e alle loro armi (quelle fornite dagli ex-colonizzatori, che hanno portato via i soldati e lasciato ed aumentato le armi e i finanziamenti ai governanti)…
Un paese in queste condizioni, con un'economia a rischio quotidiano di collas­so, non può permettersi governi ed elezioni democratiche. Pensiamoci bene.

La vita nell'ospedale pediatrico va avanti, quasi sempre, tra mille difficoltà e problemi, oppure si ferma: domenica pomeriggio è morta una bimba di undici anni, ammalata dalla nascita, con disturbi psichici e fisici… ma era una bambi­na, aveva undici anni… Lunedì mattina, alla messa delle 7, si è celebrata la ce­rimonia funebre… I bambini del suo reparto sono venuti ed hanno benedetto, come si usa qui, la piccola bara bianca: solo un saluto semplice, senza sceno­grafie, senza canti e danze come succede fuori di qui… quattro ragazzi hanno portato poi la piccola bara bianca al cimitero dell'ospedale. Una serietà, una se­renità ed una compostezza veramente esemplari da parte di tutti… si sa, forse sarà l'abitudine…

No, qui si lavora giorno e notte per salvare i bambini da ogni malattia o sopru­so o situazione negativa che, nella maggior parte dei casi, se non è provocata dalle armi, è frutto di altri tipi di vessazioni: la mancata fornitura di medicinali utili alle varie patologie, magari solo perché troppo cari, tanto cari che servono a guarire solo i ricchi occidentali… le industrie chimico-farmaceutiche non han­no a che fare con persone o con cuori… solo con banche, banchieri e capitali e capitalisti… No, queste aziende non possono spendere i soldi per la ricerca e poi anche mandare i medicinali gratis ai poveri… No, le fabbriche di armi non possono essere convertite in altro genere di industrie… dobbiamo sempre gua­dagnare, sempre di più… Quando non uccidiamo, lasciamo morire…

Gli amici che leggeranno queste note mi capiscono, sanno come la penso, an­che se non condividono le stesse idee… speriamo che non si stanchino di me e dei miei sfoghi! Mi mancherebbero...

I corsi di informatica vanno bene: il personale che è stato mandato a parteci­pare al corso di base è veramente interessatissimo… peccato che a fine corso ci saranno otto persone che sapranno usare il pc che in ufficio non hanno e che, se non si provvede, arriverà anche fra un anno…
I partecipanti al corso sull'uso del foglio elettronico il pc lo hanno: sei pc per sei partecipanti, sei tastiere diverse (italiane. francesi, americane), quattro si­stemi operativi e due pacchetti di “office”: abbiamo montato a tutti LibreOffice, pacchetto “open”, in francese, ma con qualche comando in italiano o inglese, a seconda dell'installazione del sistema operativo…
Questo corso sembra particolarmente positivo: le persone conoscono già bene il foglio di calcolo, anche se “repetita iuvant” e molte cose le facevano senza saperlo… Una riscoperta di capacità note, ma sopite…

Domenica ho fatto visita alle “case” in cui vivono gli orfani e i “recuperati”: una per i piccoli fino a 14 anni, una per le ragazze e una per i maschi di età supe­riore, che studiano o sono in attesa di lavoro. Spazi enormi, case belle, came­rate un po' piccole per il numero di presenti… e l'assistenza delle suore che è sempre fondamentale.

Lunedì è venuto a trovarci il Provinciale dei Comboniani del Congo, p. Joseph Mumbere e ci ha portati a vedere la casa delle suore comboniane qui vicino. Il giorno dopo è tornato per concedermi una intervista per Radio Incontri, quella con cui collaboro da qualche anno (www.radioincontri.org), sulla situazione del Congo: quanto ho scritto all'inizio del capitolo ne è una sintesi efficace.


Domenica alla Messa


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