Progetto INFORMAFRICA


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venerdì 16 gennaio 2015

La dieta “papapa”



E' trascorsa ormai quasi una settimana dall'arrivo a Kampala e mi sono adeguato ai nuovi ritmi. Ho avuto bisogno del venerdì, del sabato e della domenica per riuscire a far pari con la stanchezza del viaggio e dei due giorni senza dormire: sarà l'età? Mah... Vedremo cosa ne pensano gli amici diversamente giovani come me.

Qui era, come sempre, tutto organizzato e puntuale: padre Giorgio, come mi ha detto stamattina il ragazzo del mototaxi che mi ha riportato a casa da alcune commissioni, “fa la differenza a Kasaala!”. Giustissimo!
Nei primi due giorni sono riuscito anche a chiudere le pendenze con Radio Incontri, a cui dovevo le registrazioni di due trasmissioni, a scrivere la prima “nota di viaggio”, qualche commento su Facebook, ed anche a rileggermi un libro bellissimo, che ho voluto portarmi dietro dopo aver visto i fatti di Parigi: “L'altro” di Ryszard Kapuscinski. Costa 5 euro (Univ. Econ. Feltrinelli, Saggi) ma ne vale infinitamente di più, almeno per chi è interessato a sapere chi è “l'altro”. E' come ripassare una lezione di sociologia, mentre si entra in un ambiente in cui “l'altro” sono io... niente male! E dopo i fatti di Parigi, una piccola meditazione sulla materia può essere utile soprattutto a noi “bianchi occidentali”.

La cucina è la stessa dello scorso anno: le cuoche sono sempre Grace e Christine, i pasti anche e la dieta è sempre quella “papapa”, come l'ho ribattezzata quest'anno... “pasta, patate e papaya”!
In realtà si mangia molto di più e la papaya sta cominciando a maturare ora, come le banane: quelle piccole, specialissime, ancora non ci sono, ma arriveranno.
Stasera, per esempio, il menu ci ha riservato: pannocchia di mais bianco cotta, minestra, frittata, patatine fritte tipo chips, fagioli, ananas... mi sa che torno che peso come le valigie che ho portato piene di computer!

Il cane che lo scorso anno aveva cominciato ad accettarmi solo negli ultimi giorni è invecchiato: mi passa a fianco e nemmeno mi saluta... invece i gatti mi vengono ad accompagnare anche qui...

Ma il bello è la gente. Alunni dello scorso anno che ora insegnano o che hanno continuato a fare il loro lavoro, o che stanno continuando a studiare, tutti che mi salutano ringraziandomi di essere tornato, come dicevo già nella scorsa “nota”. Con gli insegnanti che hanno tenuto i primi corsi stiamo organizzando quelli che cominceranno la prossima settimana e faccio loro delle lezioni supplementari, di aggiornamento, di ripresa dei programmi, di conoscenza di nuovo software e qualche consiglio da “veterano”.
Si sono fatti un manuale per far seguire meglio le diapositive agli alunni: salvo qualche errore di inglese devo dire che hanno fatto un lavoro molto bello e completo. Mi hanno stupito alcune considerazioni sociologiche sull'ingresso dei computer nella vita del lavoro e sui cambiamenti che questo porterà. Veramente bravissimi!

Come da progetto, prevedo di tenere qui due corsi di primo livello, uno per i privati ed uno per gli insegnanti della scuola tecnica che desiderano aggiornarsi per insegnare anche informatica e soprattutto l'informatica applicata alle loro materie. Nel primo proverò a far fare qualcosa agli insegnanti che già operano, per “testarli” un po'.

Per finire, un sorriso. Ieri mi sono reso conto che nell'aula ci sono 12 sedie ma solo tre tavoli, invece di quattro che avevamo progettato: quando ho consegnato l'aula, a marzo 2014, effettivamente uno doveva essere ancora fatto per mancanza di tempo. Chiedo al falegname come mai ancora non c'è. “Sì, mi aveva suggerito di farlo, ma non ho avuto tempo!”. “A dire la verità glielo abbiamo anche pagato, più che 'suggerito'; per la prossima settimana ci deve essere!”. “Certamente!”... sapendo di mentire, perché la sua “prossima settimana” sarà, forse, fra un mese... African time!






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