Ebbene sì, ogni tanto il mondo
esterno invade quell’isola fantastica che è poi forse solo
“isolamento” dalla quotidianità di casa… Coloro che, come me,
sono momentaneamente “esportati”, vivono una specie di limbo nei
confronti del paese in cui vivono la loro cittadinanza quotidiana:
non ci sono giornali italiani, le tv che si possono vedere parlano
dell’Italia quanto in Italia si parla dell’isola di Vanuatu, e
l’unico contatto è attraverso internet…
Non ho volutamente inserito nelle
possibilità, quella di vedere “RAI Italia”, miscela
terrificante di RAI1 e altro, che dovrebbe portare una finestra
italiana nel mondo e ci porta quella del bagno… poveri italiani che
dovrebbero ricordarsi l’Italia per i delitti, le disgrazie e
quant’altro su cui si accaniscono i “rapaci dipendenti che
scrivono i testi” (non voglio insultare i “giornalisti veri”)
per far vedere la peggiore immagine possibile del bel paese
all’estero…
Questa settimana abbiamo avuto,
purtroppo, anche le notizie italiane dalle testate
internazionali: il terremoto prima, la valanga poi, e per finire
l’incidente sull’autostrada del pullman ungherese, hanno
contribuito ad una presenza costante anche nei sottotitoli di Al
Jazeera e CNN… Informandomi io attraverso RaiNews, unico prodotto
RAI ai limiti della decenza, ho scoperto di quest’ultima tragedia
quasi per caso: non rientrava nei titoli di testa… forse i sedici
ragazzi che sono morti valgono molto meno dei nostri che sono morti
in Spagna lo scorso anno…
Le notizie locali sono invece
tutte rivolte ad inneggiare all’insediamento di Trump negli USA…
C’è stata anche una manifestazione a suo favore nei giorni scorsi…
Padre Giorgio ed io abbiamo ascoltato una buona parte del suo
discorso inaugurale e ci siamo fatti l’idea che la tendenza
sia “nazionalsocialista”… che poi magari per Italia ed Europa,
unito alla Brexit, possa risultare cosa non negativa potrà anche
essere… Certo che non parte con il massimo del sostegno popolare e
che le promesse “contro” non sono certo camomilla o
gommapiuma...
Torniamo in Uganda che forse è
meglio…
Settimana pesante a scuola:
insegnare e soprattutto imparare ad usare il pc per scrivere non è
poi così difficile, e magari è anche divertente, visto che i miei
studenti si sono dilettati a fare composizioni grafiche complesse
dopo soli quattro giorni di corso…
I problemi sono nati con il foglio
elettronico: chi non ha dimestichezza con i conti, non ha una mente
aperta al ragionamento matematico e delle solide basi di algebra e di
costruzione di formule che prescindono dai numeri… beh, per loro il
foglio elettronico diventa un ostacolo difficilissimo.
La maggior parte, per fortuna, è
entrata nel “meccanismo” e forse riuscirà ad arrivare anche a
fare qualcosa di buono. I risultati del corso però sono ormai quasi
definiti… Tre insegnanti potranno insegnare anche “Informatica”,
forse un quarto… Gli altri utilizzeranno il corso per lavorare
meglio nelle loro materie.
Fa piacere che tra i quattro ci
sia, ancora una volta, una donna su tre che hanno partecipato,
mantenendo quindi la proporzione di uno a quattro dei partecipanti.
Mi fa piacere notare che in Uganda, paese fortemente maschilista, ma
a regime matriarcale, molte donne si stanno scrollando di dosso il
fiato degli uomini dal collo…
Il tempo è stato variabile per
diversi giorni: ogni tanto passava una perturbazione, guardava
in basso noi, poveri esseri umani allo stremo per il caldo, e se
andava… Sabato è arrivata la grazia di un temporale che ha
lasciato un po’ di acqua, buttando a terra tanta tanta polvere e
lasciando che l’aria si rinfrescasse un pochino: stanotte si è
dormito molto meglio, anche se sempre con almeno una zanzara
come compagna destinata al suicidio al mio risveglio…
La prossima settimana sarà per me
l’ultima a Kasaala-Luwero: domenica mattina partirò per la
comunità di Ngetta, nella diocesi di Lira, dove sono già stato due
anni fa e dove terrò un altro corso per trovare nuovi insegnanti per
la locale scuola tecnica dei comboniani.
Fratel Gilberto, responsabile
della scuola, mi aspetta a braccia aperte e con le forbici da
barbiere per tagliarmi i (pochissimi) capelli…
A Lira c’è il vescovo italiano
e comboniano, Giuseppe Franzelli, che è anche direttore di
Radio Wa (“La nostra radio”), che due anni fa abbiamo gemellato
con Radio Incontri InBlu. Di lui ho scritto allora che è “un
vescovo che puzza di pecore”… è un vescovo di quelli che
Papa Francesco quotidianamente ringrazia della loro opera e del loro
esistere: un vero modello di misericordia e di vicinanza al
popolo e ai poveri, come ogni comboniano sa essere.
Nel frattempo, per non lasciarmi
mancare nulla, ho portato avanti il mio lavoro con RadioIncontri, con
il settimanale di riflessione sull’attualità “Reflex” e con il
settimanale “Volontariando”, appunto “su volontariato e
dintorni”… Questa trasmissione, ripresa dopo sei mesi di
pausa, è partita con due interviste registrate qualche tempo
fa: quella a suor Rosemarie Nyirumbe, protagonista del libro “Cucire
la speranza”, incontrata a Gulu a fine anno, e quella a Chaimaa
Fatihi, autrice del libro “Non ci avrete mai!, Lettera aperta ai
terroristi”.
Basta andare sul sito www.radioincontri.org e scegliere il programma, la puntata e scaricarlo o ascoltarlo in podcast…
Basta andare sul sito www.radioincontri.org e scegliere il programma, la puntata e scaricarlo o ascoltarlo in podcast…
Lunedì 23 gennaio, sul sito
www.unimondo.org
e sulla pagina FB “Unimondo2Facebook”, esce il primo
articolo di una serie dedicata all’immigrazione, storia e cause ed
attualità, nato dall’ascolto del dottor Bartolo, medico di
Lampedusa, incontrato anche lui per RadioIncontri a novembre scorso a
Borgo S. Lorenzo.
Scusate la pubblicità personale…
ma chi scrive lo fa perché spera sempre che qualcuno, un giorno,
legga…
Buon proseguimento!
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