Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

sabato 15 aprile 2017

7 – Riflessi dal mondo - 170122


Ebbene sì, ogni tanto il mondo esterno invade quell’isola fantastica che è poi forse solo “isolamento” dalla quotidianità di casa… Coloro che, come me, sono momentaneamente “esportati”, vivono una specie di limbo nei confronti del paese in cui vivono la loro cittadinanza quotidiana: non ci sono giornali italiani, le tv che si possono vedere parlano dell’Italia quanto in Italia si parla dell’isola di Vanuatu, e l’unico contatto è attraverso internet…
Non ho volutamente inserito nelle possibilità, quella di vedere “RAI Italia”, mi­scela terrificante di RAI1 e altro, che dovrebbe portare una finestra italiana nel mondo e ci porta quella del bagno… poveri italiani che dovrebbero ricordarsi l’Italia per i delitti, le disgrazie e quant’altro su cui si accaniscono i “rapaci di­pendenti che scrivono i testi” (non voglio insultare i “giornalisti veri”) per far vedere la peggiore immagine possibile del bel paese all’estero…
Questa settimana abbiamo avuto, purtroppo, anche le notizie italiane dalle te­state internazionali: il terremoto prima, la valanga poi, e per finire l’incidente sull’autostrada del pullman ungherese, hanno contribuito ad una presenza co­stante anche nei sottotitoli di Al Jazeera e CNN… Informandomi io attraverso RaiNews, unico prodotto RAI ai limiti della decenza, ho scoperto di quest’ultima tragedia quasi per caso: non rientrava nei titoli di testa… forse i sedici ragazzi che sono morti valgono molto meno dei nostri che sono morti in Spagna lo scorso anno…

Le notizie locali sono invece tutte rivolte ad inneggiare all’insediamento di Trump negli USA… C’è stata anche una manifestazione a suo favore nei giorni scorsi… Padre Giorgio ed io abbiamo ascoltato una buona parte del suo discor­so inaugurale e ci siamo fatti l’idea che la tendenza sia “nazionalsocialista”… che poi magari per Italia ed Europa, unito alla Brexit, possa risultare cosa non negativa potrà anche essere… Certo che non parte con il massimo del sostegno popolare e che le promesse “contro” non sono certo camomilla o gommapiu­ma...

Torniamo in Uganda che forse è meglio…

Settimana pesante a scuola: insegnare e soprattutto imparare ad usare il pc per scrivere non è poi così difficile, e magari è anche divertente, visto che i miei studenti si sono dilettati a fare composizioni grafiche complesse dopo soli quattro giorni di corso…
I problemi sono nati con il foglio elettronico: chi non ha dimestichezza con i conti, non ha una mente aperta al ragionamento matematico e delle solide basi di algebra e di costruzione di formule che prescindono dai numeri… beh, per loro il foglio elettronico diventa un ostacolo difficilissimo.
La maggior parte, per fortuna, è entrata nel “meccanismo” e forse riuscirà ad arrivare anche a fare qualcosa di buono. I risultati del corso però sono ormai quasi definiti… Tre insegnanti potranno insegnare anche “Informatica”, forse un quarto… Gli altri utilizzeranno il corso per lavorare meglio nelle loro materie.
Fa piacere che tra i quattro ci sia, ancora una volta, una donna su tre che han­no partecipato, mantenendo quindi la proporzione di uno a quattro dei parteci­panti. Mi fa piacere notare che in Uganda, paese fortemente maschilista, ma a regime matriarcale, molte donne si stanno scrollando di dosso il fiato degli uo­mini dal collo…

Il tempo è stato variabile per diversi giorni: ogni tanto passava una perturba­zione, guardava in basso noi, poveri esseri umani allo stremo per il caldo, e se andava… Sabato è arrivata la grazia di un temporale che ha lasciato un po’ di acqua, buttando a terra tanta tanta polvere e lasciando che l’aria si rinfrescas­se un pochino: stanotte si è dormito molto meglio, anche se sempre con alme­no una zanzara come compagna destinata al suicidio al mio risveglio…
La prossima settimana sarà per me l’ultima a Kasaala-Luwero: domenica mat­tina partirò per la comunità di Ngetta, nella diocesi di Lira, dove sono già stato due anni fa e dove terrò un altro corso per trovare nuovi insegnanti per la loca­le scuola tecnica dei comboniani.
Fratel Gilberto, responsabile della scuola, mi aspetta a braccia aperte e con le forbici da barbiere per tagliarmi i (pochissimi) capelli…

A Lira c’è il vescovo italiano e comboniano, Giuseppe Franzelli, che è anche di­rettore di Radio Wa (“La nostra radio”), che due anni fa abbiamo gemellato con Radio Incontri InBlu. Di lui ho scritto allora che è “un vescovo che puzza di pe­core”… è un vescovo di quelli che Papa Francesco quotidianamente ringrazia della loro opera e del loro esistere: un vero modello di misericordia e di vici­nanza al popolo e ai poveri, come ogni comboniano sa essere.

Nel frattempo, per non lasciarmi mancare nulla, ho portato avanti il mio lavoro con RadioIncontri, con il settimanale di riflessione sull’attualità “Reflex” e con il settimanale “Volontariando”, appunto “su volontariato e dintorni”… Questa tra­smissione, ripresa dopo sei mesi di pausa, è partita con due interviste registra­te qualche tempo fa: quella a suor Rosemarie Nyirumbe, protagonista del libro “Cucire la speranza”, incontrata a Gulu a fine anno, e quella a Chaimaa Fatihi, autrice del libro “Non ci avrete mai!, Lettera aperta ai terroristi”.
Basta andare sul sito www.radioincontri.org e scegliere il programma, la punta­ta e scaricarlo o ascoltarlo in podcast…

Lunedì 23 gennaio, sul sito www.unimondo.org e sulla pagina FB “Unimondo2­Facebook”, esce il primo articolo di una serie dedicata all’immigrazione, storia e cause ed attualità, nato dall’ascolto del dottor Bartolo, medico di Lampedusa, incontrato anche lui per RadioIncontri a novembre scorso a Borgo S. Lorenzo.
Scusate la pubblicità personale… ma chi scrive lo fa perché spera sempre che qualcuno, un giorno, legga…

Buon proseguimento!



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