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sabato 15 aprile 2017

10 – Iniziano le scuole...- 170215


Siamo all’inizio, si fa per dire, di febbraio, e ricominciano le scuole! Come da noi a settembre… e la città, ma soprattutto le periferie in cui le scuole si trovano, si riempiono dei ragazzi che vengono dai villaggi, ed anche da altre città, per frequentare le scuole primarie superiori (la nostra “secondaria inferiore”) e le scuole secondarie…

Qui la scuola funziona sulla base di tre “terms”, periodi di tre mesi ciascuno, a cui poi segue un breve periodo di vacanza per i primi due periodi e due mesi di vacanza per l’ultimo, quello che porta al passaggio alla classe successiva. Quest’ultimo periodo corrisponde alla stagione asciutta e calda che va, all’incirca, dal 10 dicembre al 10 febbraio, salvo esami.
Data la distanza da cui vengono la maggioranza degli studenti, le scuole sono quasi tutte organizzate con dormitori per ragazzi e ragazze, e con un servizio di pensione che prevedere la merenda del mattino ed il pranzo (riso e fagioli), oltre al controllo notturno. I ragazzi più vicini vanno invece a dormire nelle loro case e pagano ovviamente meno. E’ divertente vedere come gli studenti, arrivano con i moto-taxi (i famosi boda-boda) con tutto il loro equipaggiamento: il materasso, un bidone ed un catino per l’acqua, e una specie di baule di ferro con il lucchetto che contiene vestiario e stoviglie: una tazza grande per bere, ed un piatto fondo che serve per mangiare, ma anche per tagliare il “pocho” (la polenta) quando questa sostituisce il riso…

Ai tre periodi corrisponde anche il pagamento delle rette scolastiche… Bisogna sapere che le scuole qui sono particolarmente care, ovviamente in rapporto ai salari che vengono dati ai lavoratori: un anno delle prime classi elementari, con servizio anche di “boarding” (pensione), costa circa 300 euro, pari ad uno stipendio di un insegnante delle superiori, o a due stipendi di un operaio… e se pensiamo che a scuola potrebbero andare anche 5 o 6 fratellini…
Aumentando il livello delle classi, aumenta in proporzione anche il costo annuale degli studi, a cui occorre aggiungere, come ben sappiamo tutti, i “costi aggiuntivi” di libri, quaderni, trasporti, cancelleria, e quant’altro. E qui i ragazzi non hanno lo “smartphone”, ma solo il cellulare che caricano magari con 15 centesimi di euro alla settimana… giusto per avvisare la famiglia in caso di necessità!

Da oggi iniziano anche le primarie e si vedono le prime “catene umane” di bimbi coloratissimi, con zainetti stracolmi e pesantissimi, andare per mano a scuola… uno spettacolo veramente gioioso che mi riporta lontano, ai trascorsi romani, quando facevo, con altri compagni che si univano nel percorso, una cosa analoga a Roma, andando da piazza Salerno a via Alessandria (per circa un chilometro e mezzo…). Altri tempi e altre abitudini! Altro che mamma in SUV che vuole parcheggiare accanto alla classe del figlio!

Continuando a parlare di scuola, ma “da grandi”, bisogna dire che qui le scuole sono quasi tutte private, la maggioranza appartengono a congregazioni religiose di tutte le religioni e sette possibili ed immaginabili… ogni “guru” che ha racimolato un po’ di soldi potrebbe venire qui e farsi una bellissima scuola, farla pagare una cifra e raccogliere adepti per la sua setta…
Le scuole sono però controllate dallo stato, o meglio dal governo, perché devono esprimere sempre il “Museveni-pensiero” ed essere sempre “allineate” al potere centrale… Di soldi però, lo stato ugandese ne passa all’educazione proprio poco o nulla… Forse è passato da queste parti il nostro “illuminato” ministro (Tremonti?) che disse che “con la cultura non si mangia”… invece con i soldati sì, aggiungo io… ma solo per la mia malignità congenita…

La scorsa settimana ho dovuto fare un po’ di avanti/indietro da Lira per l’internet point, a cui devo accedere per spedire e scaricare gli allegati delle email… Lira è a circa 8 chilometri, 20 minuti con la moto, che costa poco meno di 1 euro per viaggio. In totale sono poco più di due euro di costo globale… pazienza… riesco ancora ad affrontare questo sforzo economico.
Mio cugino sarà felice di sapere che ho imparato a “fare il passeggero” portando anche lo zaino e qualche borsa della spesa: peccato che in Italia non ci sono i “boda-boda”… Sarebbe bello scendere da Lucignano alla “cooppe” (la Coop in dialetto tosco-chianino) e ritornare senza prendere l’auto… Mi sentirei ancora più africano di ora!

In una delle “escursioni” a Lira ho fatto visita ad un paio di “supermercati” tenuti da indiani. In uno di questi, dietro uno scaffale, inatteso, mi è comparso davanti un gigante bianco, vestito di bianco, giovane ma con la barba alla Federico II (Barbarossa)... da una parte stavo per ridergli in faccia, dall’altra mi sono sentito bianco anche io… veramente un effetto strano! Quando sono in chiesa, o al mercato, o dovunque, non vedo e non percepisco la differenza del colore della pelle, ma quando vedo un altro bianco, allora mi rendo conto che non è un animale diverso, ma è solo come me e che diversi siamo tutti due, dall’altro, che in questa situazione è anche il padrone di casa, di cui noi siamo graditi ospiti se portiamo qualcosa a favore. Penso però che ne farebbero volentieri a meno, visto che siamo pochini a portare solo conoscenza e futuro positivo: gli altri come noi portano è vero da mangiare, ma il riso e il mais che potrebbero prodursi da sé se non venisse loro regalato, impedendo quindi lo sviluppo di una economia reale… insomma, come già detto più volte, un bel guazzabuglio!

Questa settimana è l’ultima a Lira: venerdì ci sono gli esami e sabato si consegnano i “certificati”. Domenica ritorno a Kasaala, poi un po’ di giri in attesa di andare definitivamente a Kampala fino almeno alla fine del mese.

Tornerò la prossima settimana con altre “notizie” da Kasaala o da Kampala. A presto!




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