Il “St. Daniel Comboni College”, scuola
secondaria (quindi “liceo”) di Kasaala-Luwero, conta circa 300
iscritti sotto le due forme di “diurni”, gli studenti che vengono
a scuola per studiare e poi vanno a casa, e “interni”
(“boarding”) quelli che dormono anche a scuola. Qui è normale
così, per qualsiasi livello, dalla primaria in poi: sono tanti,
troppi, i bambini e/o ragazzi, che non farebbero in tempo ad andare e
tornare da casa; per non parlare di quei ragazzi che sono in casa in
virtù della tradizione per cui se il genitore se ne va da casa, o
muore o comunque lascia i figli, anche con la mamma, è molto meglio
lasciarli come interni, che vengono seguiti giorno e notte, piuttosto
che alla mercè di una vita senza controlli… In realtà la malavita
qui è molto poca, anche perché siamo in una zona agricola, dove
tutti si conoscono, e tutti si prendono cura degli altri, cominciando
proprio dai bambini: ovviamente ogni medaglia ha il suo rovescio, ma
qui di pedofilia non se ne parla proprio…
Il corso comincia di martedì, perché lunedi devo
provevdere ad andare a Kampala a ritirare il proiettore, dono di
“Informatici Senza Frontiere”, e qualche prolunga per sopperire
al numero di pc portatili in rapporto alle prese esistenti.
Il problema dell’energia elettrica qui è forte:
durante la settimana viene a mancare la corrente per tre giorni
interi, dalla mattina alla sera… come detto la volta scorsa, ma
certe ripetizioni spiegano anche che il mondo non è tutto come piace
a Salvini, “Economia Alternativa”, associazione che appoggia i
Padri Comboniani, ha provveduto ad una installazione di pannelli
solari per circa 2KW, per cui si potranno connettere alla rete, anche
altre aule che non consumano quanto la “computer room”…
Mancano solo alcuni pc che sono “per strada”,
dovendo arrivare da Roma con mezzi propri (nelle valigie dei
missionari che tornano dall’Italia): si inizierà con una parte di
quelli della Scuola Tecnica che ce li presta fino alla fine del mese,
cioè all’inizio dei suoi corsi.
Devo dire che, finalmente, questa scuola ha
organizzato il corso per i propri insegnanti e per i propri
dirigenti, quindi persone qualificate, almeno metà usano già il
computer, ma vogliono e devono migliorarsi; quindi un corso per
definire meglio la conoscenza del pc e il suo utilizzo, oltre a
preparare gli insegnanti, con uno schema di lavoro altrimenti
inesistente, a dare un senso logico a quelli che saranno i corsi
annuali per gli studenti.
Il corso è del tipo “full immersion”: tre ore
al mattino e due ore al pomeriggio sono sufficienti a sfiancare
tutti… La mattina fa abbastanza fresco e si resiste, ma al
pomeriggio il caldo torrido si fa sentire, nonostante le finestre
aperte e l’ampiezza del locale… Ho fissato anche due break: al
mattino di circa 30 minuti, con the bollente e manioca, preparato
dalla direzione; al pomeriggio solo un quarto d’ora, ma sono solo
due ore ed il break serve a risvegliarsi in caso di “sonno da
digestione”.
In realtà non è che non si digerisce… la
maggioranza non mangia nemmeno: mangeranno la sera a casa...
Io ho la fortuna che, essendo straniero, vengo
trattato da principe: pranzo a casa del direttore, in salotto, come
usa da queste parti.
I piatti sono, direi quasi ovviamente, gli stessi
che girano tutta la settimana, ma sempre con qualche cambiamento (i
fagioli ci sono sempre, come la manioca o il “pocho”, la polenta
di mais bianco). Le patate, un giorno fritte, un giorno bollite con
il sugo di pomodoro, matoke o pocho, fagioli, un giorno la frutta
(ananas o jackfruit), un giorno un boccone di carne di vacca o di
pollo, e così via… e mi danno anche la forchetta!
Non male, anche perché devo stare molto leggero
per non addormentarmi mentre parlo!
Della strada di andata e ritorno ho detto…
mercoledì pomeriggio, al rientro, sono sceso dalla moto e la
superiora delle suore ha provato a farmi un complimento: “Paolo,
sei ancora molto giovane!”; rispondo che sono molto stanco e non
credo di essere così pimpante. Viene fuori la verità: “ma no, vai
in moto e sei tutto coperto di polvere!”…
Dopo la doccia, obbligatoria, padre Giorgio mi
dice, quasi in un orecchio: “… eri sepolto dalla polvere!”…
loro non sanno che ho dovuto lavarmi a fondo occhi, orecchie e naso
per togliere le croste della polvere…
Venerdì si decide di lasciare il sabato mattina a
disposizione degli studenti per fare un po’ di pratica: non riesco
ad impedirlo, ma pazienza… contenti loro…
Il problema è che due o tre molto bravi potrebbero andare avanti nel programma senza aspettare… staremo a vedere… Certo è che un corso accelerato di questo tipo non può prevedere “distrazioni” dal programma, che invece il “fare pratica libera” consente… Intanto io ho sabato libero!
Il problema è che due o tre molto bravi potrebbero andare avanti nel programma senza aspettare… staremo a vedere… Certo è che un corso accelerato di questo tipo non può prevedere “distrazioni” dal programma, che invece il “fare pratica libera” consente… Intanto io ho sabato libero!
E per finire un brevissimo aneddoto… In
settimana scorsa avevo la “mosquito-net” molto corta e per
diversi giorni al mattino dovevo dare la caccia a qualche zanzara
entrata abusivamente a farmi compagnia. A metà settimana padre
Giorgio mi ha dato una nuova rete, più lunga e più adatta al mio
letto. Ottimo! La sera, prima di andare a letto do un’occhiata alla
retina: fuori dalla rete, dal lato da cui entro nel letto, ho trovato
un paio di zanzare che mi aspettavano… per entrare a fare cena a
mie spese… povere, sono state assassinate senza pietà!
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