Finita la settimana dell’arrivo e delle corse a trovare i materiali
per fare l’aula di informatica, in questi giorni, finalmente!, sono
cominciate le lezioni a dieci tra ragazzi e ragazze della “JeFra”
(Jeunesse Franciscaine), e altri appartenenti alla “Famiglia
Francescana”, due suore e il responsabile regionale dell’OFS: per
questa volta gioco in casa...
La prima settimana l’ho corsa (Sì, CORSA!) a farmi fare
preventivi, decidere e andare a confermare ordini, pagare e ritirare
o farmi installare computer portatili, pannelli solari, tavoli e
sedie fatti su misura, impianto elettrico e chi più ne ha più ne
metta…
Bukavu, o Bukavo, come ho già detto nella prima “nota”, è
sparpagliata sulla montagna che circonda il lato meridionale del lago
Kivu e conta oltre seicentomila abitanti, ma offre un’immagine
molto bella, variopinta e sonora di vita vissuta, nonostante i
molti edifici fatiscenti, quelli in costruzione e le strade centrali
asfaltate ma quelle periferiche non asfaltate, con buche e voragini
che ricordano quelle che ogni tanto abbiamo visto aprirsi in
quel di Napoli e altrove.
Ma la mattina, tutti i giorni, lungo le strade, anche non proprio
centrali, ci sono gli addetti alla pulizia delle stesse, che in
pratica diventa uno spostamento della polvere da un punto
all’altro… anche questa è Africa!
L’aula che ho preparato e dove sto tenendo il corso è all’interno
di un complesso scolare gestito dalle suore Francescane di S.
Maria del Monte di Genova, e si trova nell’ambito della scuola
materna. L’intervallo è un momento quasi di panico: i bimbi
scorrazzano, danzano e ballano con i loro insegnanti e giocano tutti
insieme… immaginiamo il fracasso!
Qualche breve aneddoto sulla settimana di “inizio lavori”...
Lunedì: arrivano i tavoli e i pannelli solari, i computer li ho a
casa delle suore, salvo uno che devo usare per provare il proiettore
e mettere a punto il programma del corso; insomma ormai manca
poco… le sedie e i computer… ma domani arriveranno i PC e due
panche in sostituzione temporanea delle sedie.
Mercoledì si comincia finalmente il corso! Come dice un mio amico,
ma l’ho sentito dire anche qui: “tutto a posto, niente a
posto...”
L’orario è motivo di accesa discussione: gli allievi vogliono, per
motivi di trasporto, cominciare alle dieci e finire alle 17, che
poi però diventano le 16… chiedono di non fare intervalli o solo
pochi minuti alle 13. Chi viene dall’Europa, dalle leggi a
difesa dei lavoratori, dalle metodologie di insegnamento, dalla
tempistica dell’essere umano non riesce a capire come si possa
lavorare per 5 ore su sei, avendo solo brevissimi intervalli per
sgranchirsi gambe, braccia e cervello, andare in bagno e senza il
tempo per mangiare qualcosa.
A guardarla dalla parte africana… Si mangia solo la mattina presto
e la sera e, di conseguenza anche le necessità fisiologiche sono
molto ridotte… quanto allo sgranchirsi ed alla curva di rendimento
del cervello… la prima è meglio che non si muovano troppo visti i
chilometri a piedi che fanno ogni giorno, e per la seconda pochi
conoscono cosa significa un lavoro mentale ed intellettuale, per cui
non conoscono tempi e le curve di rendimento: i “tempi e metodi”
di una volta!
Cerco di dare una spiegazione, poi mi arrendo e modifichiamo l’orario
cercando una convergenza: 1h30’, 15’ di riposo, 1h15’, 30’,
1h15’, 15’, 1 ora… così riduco i tempi di lavoro
progressivamente e forse si riuscirà a lavorare bene, sempre
nell’attesa della dimostrazione pratica del primo giorno…
Ride bene chi ride ultimo, dice il proverbio… Il programma prevede
per i primi due giorni teoria, quindi impegno totale del cervello.
Dopo 55’ i primi segni di abbiocco di qualcuno, dopo un’ora e un
quarto qualcuno chiede se si può fare un break… allora “l’europeo”
interviene spiegando che quanto detto il giorno prima non erano
frottole o desideri speciali personali! Ci si fa una risata, ma si va
avanti con gli orari previsti in comune accordo.
Arrivati al venerdì sera l’aula è pienamente funzionante:
arrivate anche le sedie, sostituito qualche alimentatore dei PC
che non funzionava, messe le luci per quando si lavora al computer e
già iniziata la parte della videoscrittura, quindi le mani sul PC,
quindi la caduta di tensione psicologica del dover prendere nota
e stare sempre attenti… e vissero tutti felici e contenti, per ora…
ma speriamo in bene!
Alla prossima!
BUKUNDA NEWS
I bambini di Bukunda, nel sud dell’Uganda, aspettano per
l’inizio delle scuole, a fine gennaio, una scuola che li accolga!
Aspettano la “scuola italiana” intitolata a don Lorenzo
Milani!
Per raggiungere il minimo di 8 classi occorrono ancora 7.500.=
euro!
Siamo forti, andiamo bene ed abbiamo ancora tempo!
Posso chiedervi di parlarne con i vostri amici, organizzare qualche
incontro, qualche raccolta spot prima della fine dell’anno? Se lo
farete… verrò volentieri!
Tutto aiuta e i bimbi di Bukunda ce
ne saranno grati per sempre: li stiamo aiutando nella loro
crescita in istruzione, che significa educare alla pace, alla
democrazia, alla libertà.
Un grande grazie a tutti!
Bonifico bancario su uno di questi due IBAN:
BANCA CARIGE : Merlo Paolo – Progetto Bukunda
Codice IBAN: IT72Q 06175 14110 00000 9208370
Codice IBAN: IT96T 06175 49790 000000 193580
NON IMPORTA QUANTO… MA… AIUTATECI/MI!!
Nessun commento:
Posta un commento