Dopo l’esperienza difficile di due mesi fa, quando a giugno sono
stato a spasso per quasi un mese per l’Uganda e il Rwanda, tentando
invano di raggiungere Bukavu, nel Congo ex-Zaire, alla fine mettendo
a posto tutto, ma anche perdendo sei chili in un mese, dopo
tutto questo la partenza era un pochino diversa da quelle
solite, serene, tranquille forse anche un pochino spavalde di chi
viaggia molto e quasi sempre in situazioni quanto meno difficili ed
in posti in cui il facile proprio non esiste. D’altra parte lo dico
sempre: le cose facili le fanno tutti… e io voglio cercare di
farne almeno qualcuna di quelle un po’ più difficili!
Posso dire che questa volta sono partito con più prudenza ed avendo
curato tutto anche nei minimi particolari, così spero di rispettare
tutti gli impegni presi con beneficiari, donatori, me stesso, e
quanti seguono me, le mie note di viaggio e le piccole avventure
quotidiane, pur senza partecipare direttamente ai progetti ed al loro
sviluppo.
Tutto curato nei minimi particolari, a partire dal volo più
economico possibile, con una sosta ad Istanbul, all’andata e al
ritorno, sosta che mi fa trascorrere una notte (non so quando ci
passerò le altre mille!) in più in giro, ma che mi costano forse
100 euro anziché 500 e più di differenza sul volo… Grazie anche a
qualche ritardo progettuale dei beneficiari, e va bene così!
Ma una corsa a rivedere la splendida “Moschea Blu”, accanto a cui
è sepolto il sultano Ahmet, da cui il nome della famosissima “piazza
Sultanahmet”, me la sono fatta, utilizzando la metro dall’aeroporto
ed un bel tram lungo e veloce di superficie. Insomma un “giro
turistico” al prezzo del biglietto del tram!
Alla fine un ottimo kebab di pollo, patatine, insalata e due
bottiglie di acqua, per un totale di 12 lire turche (circa 4 euro)
nella piazza del Gran Bazar (chiuso di domenica) e quindi ritorno
all’aeroporto.
All’arrivo a Kigali (Rwanda) tutto a posto: arrivo a mezzanotte,
prendo un taxi per la stazione degli autobus e all’una sono
“seduto” su un seggiolino corridoio di un fantastico bus da 30
posti su cui mi dondolerò avanti e indietro, a destra e a sinistra
(essendo inclinato su un fianco e senza braccioli) fino a Bukavu…
Insomma quasi sei ore di bellissima strada di montagna con in tutto
tre o quattro rettilinei di 100 metri…
Al confine tra Rwanda e Congo si cambia autobus e si fanno gli ultimi
cinque chilometri, si passa il confine e si arriva al centro della
capitale del Sud Kivu.
Questa volta anche il passaggio tra Rwanda e Congo è stato una
passeggiata, non solo perché il mezzo chilometro che separa le
strade perforate del Congo da quelle asfaltate e precisine del Rwanda
diventa per quei pochi metri “terra di nessuno” e quindi peggio
del peggio… ma in dogana manco mi chiedono se ho bagagli…
Finalmente arrivo al convento delle suore francescane che mi
ospiteranno per queste tre settimane o poco più, piccola riunione
organizzativa e rinviamo tutto a dopo pranzo.
A parte i “fatti miei”, qualche notizia in più sul viaggio e i
suoi vari aspetti.
Il “Progetto Informafrica” è stato scelto dai laici francescani
francesi per creare un’aula informatica a Bukavu, come richiesto
dai giovani laici di questa città. La realizzazione è toccata,
questa volta, a me, anche se non sono propriamente francofono, anzi…
Bukavu, capitale della regione del Sud Kivu, è al confine con il
Rwanda, ma anche vicinissimo a quello con il Burundi; situata
sul lago Kivu, a 1600 msm, gode di un clima tiepido ma ora secco.
L’acqua, che noi portiamo dal lago di Bracciano a Roma, qui non la
portano dal lago, intorno a cui si estende la città, nemmeno ai
primi piani, o forse solo a quelli, visto che i quartieri a lago sono
quelli dei “mzungu” (i bianchi), che qui, soprattutto se belgi,
non sono visti molto bene…
Sicuramente a noi che siamo in alto, nel convento delle Suore
Francescane, non arrivano che poche gocce al giorno… e non abbiamo
acqua corrente...
Così è anche per l’energia elettrica, due ore alla sera e forse
qualche ora nella notte, per cui si arriva al colmo che il
collegamento internet, salvo qualche interruzione, magari anche
di un giorno, c’è (quasi) sempre e non funziona troppo male…
I primi giorni di lavoro sono stati intensissimi. In pratica ho
dovuto quasi cominciare da zero: acquistare una dozzina di PC
portatili, un KW di pannelli solari (non di cipolle o di pane!),
farmi fare tavoli e sedie per l’aula, discutere con i miei
colleghi/amici di Bukavu se nasce prima l’uovo o la gallina,
stabilire di comune accordo orari ed intervalli del corso e così
via, fino a scoprire che l’aula non è di 4m x 7m, ma irregolare:
da 2.5m a 3.5 m di larghezza e 5.80 di lunghezza, che significa
“solo” avere 18 mq anziché 28 con un massimo di 10 posti
invece di 12, ma così è la vita, se ti fidi di chi prende le misure
con i suoi passi invece che con il metro…
Andando per “shopping” ho conosciuto la struttura del centro
della città: una specie di anfiteatro con saliscendi continui: non
so se ci sono sei o dodici o mille colli, so che da qualche
punto si vedono diverse colline tutte abitate e costruite…
D’altra parte i seicentomila abitanti da qualche parte devono pur
essere!
I trasporti sono fatti dai “boda”, che però mi hanno detto che
costano cari, e da vetture grige che fungono da taxi e che in città
portano fino a cinque persone una davanti e quattro dietro: la
polizia è attentissima e presente in mille posti.
Mica come in Uganda dove i minitaxi portano da 14 persone grandi a 20
piccolo-medie!
Il costo del taxi è fisso: 500 franchi congolesi, vale a dire circa
0,30€ a corsa. Ma fanno la corsa anche con una sola persona e ne
cercano altre nel percorso: questa cosa è buona, in quanto per
cercare clienti non corrono troppo e il traffico risulta
abbastanza ordinato... come a Roma o a Napoli...
Dopo una settimana ho detto alla suora cuoca che mi ha messo
all’ingrasso… in effetti non è proprio così, ma cucina bene e
ne fa in abbondanza. Solo che il collega tedesco di una
organizzazione che si occupa di “forestazione” ha 36 anni,
altissimo e magrissimo, mangia il doppio di me e la suora pensa che
debba fare lo stesso!
Colazione scarsina per me che amo il “dolce” al mattino: the,
formaggio e frittata, pane sempre fresco e buono (non certo il
pane di Lucignano!), miele.
A pranzo per noi fanno la pasta al pomodoro con il grana grattugiato
dentro e gli spaghetti spezzati, poi carne, contorno di verdure o
fagioli o insalata di pomodori, carote e cipolle e frutta. Per
la cena si scende ad un sano minestrone di verdure in cui io metto il
riso lessato che loro usano come contorno al posto del pane.
Formaggio e frutta non mancano mai!
Il resto alla prossima puntata!…
Ma prima di lasciarvi… devo ricordare a tutti che sono aperti i
conti per realizzare il sogno dei bambini di Bukunda, nel sud dell’Uganda,
che aspettano per l’inizio delle scuole, a fine gennaio, una scuola
che li accolga!
Aspettano la “scuola italiana” intitolata a don Lorenzo
Milani!
Verso la fine di settembre, passerò da Bukunda, prima di rientrare,
per lasciare loro i primi 2.500.= euro, raccolti tra tutti voi e
tanti altri, a prezzo di tanti piccoli sacrifici. In questa
occasione inizieranno i lavori delle fondamenta della nuova struttura
e contemporaneamente il villaggio inizierà anche la
ristrutturazione della vecchia scuola, per arrivare ad avere
8/10 classi, tante quante ne servono per i bimbi, diventati
quest’anno oltre 200!
Per raggiungere il minimo di 8 classi occorrono ancora 7.500.= euro!
Siamo forti, andiamo bene ed abbiamo ancora tempo!
Posso chiedervi di parlarne con i vostri amici, organizzare qualche
incontro, qualche raccolta spot prima della fine dell’anno? Se lo
farete… verrò volentieri!
I “giovani francescani” di Lucignano hanno fatto uno spettacolo
per bambini, quest’estate, ed hanno raccolto una bella cifra…
così gli amici di RadioIncontriInBlu di Cortona… ma poi tutto
aiuta e i bimbi di Bukunda saranno grati per sempre: li stiamo
aiutando nella loro crescita in istruzione, che significa educare
alla pace, alla democrazia, alla libertà.
Un grande grazie a tutti!
Bonifico bancario su uno di questi due IBAN:
BANCA CARIGE : Merlo Paolo – Progetto Bukunda
Codice IBAN: IT72Q 06175 14110 00000 9208370
Codice IBAN: IT96T 06175 49790 000000 193580
NON IMPORTA QUANTO… MA… AIUTATECI/MI!!
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