Si parte e si fanno una ventina
di chilometri su strada sterrata ma buona: dice padre Giorgio che l'hanno
appena rimessa a posto, perché dopo le piogge era distrutta... forse non è mai
stato in Sud Sudan... a me sembra un'ottima strada!
Al primo villaggio, Kaggalamà,
veniamo accolti dai catechisti, dal Presidente del Consiglio Pastorale e da un
bel po' di gente. Alcune signore sono vestite per la festa: ci sono tre
battesimi! Alla fine della messa la solita presentazione dell'”ospite”, che
sono io, con ringraziamenti e applausi e qualche domanda sui prossimi corsi di
informatica. Ottima semina!
Dopo tutti i discorsi un piccolo
colpo di scena: si alzano a turno due dei papà dei neo-battezzati e promettono
di sposare le loro donne, mamme dei bambini! Padre Giorgio è felice... inutile
dirlo! “Qui non si sposano che pochi in chiesa... la tradizione della poligamia
fa sì che non si sentano di mantenere la promessa di fedeltà matrimoniale”.
Invece nella cattolicissima Italia...
Finito il tutto con le immancabili strette di mano e la benedizione di tante persone, si parte per il secondo villaggio, Kansili. La messa è sempre celebrata in un'aula delle scuole primarie, con qualche sedile dei bimbi e ben due sedie! Ho già raccontato che i comboniani prima costruiscono la scuola e poi la chiesa: qui siamo ancora solo al primo passo...
Poca gente, tre battesimi anche
qui, e la presentazione con ringraziamenti e applausi. Riesco a commuovermi,
vedendo come i giovani sono interessati a partecipare ai corsi per imparare ad
usare i computer e che speranza sono per loro: hanno capito, ma lo ripeto
continuamente, che il loro futuro passa per l'uso dei computer, “uso” per
conoscere il mondo, per lavorare meglio!
Padre Giorgio spiega bene loro
che io faccio il corso a quelli che saranno, dal prossimo mese, i loro
insegnanti e potranno partecipare anche loro, volendo e pagando il giusto.
Mentre ci trasferivamo dal primo
al secondo villaggio, padre Giorgio ha chiesto al catechista del primo, che ci
ha accompagnati, “in quale hotel ci avete preparato il pranzo?”... il
catechista, senza scomporsi, ha detto che avremmo pranzato tutti a casa del suo
collega del secondo villaggio che festeggia la nuova casa arrivata al tetto (di
un piano solo).
Alla fine della seconda messa si
riparte e si va a casa di questo catechista... tutti mattoni cotti, tetto in
lamiera, cucina e “servizi igienici” esterni, un bel po' di bimbi del
catechista e della sorella a salutarci: niente pavimento, niente infissi, ma un
tavolino, due poltrone per gli ospiti “musungu” (bianchi), una panchetta per i
due catechisti e due stuoini grandi per un altro paio di persone: donne a
bambini fuori a cucinare e servire.
Aspettiamo che venga pronto e
intanto passa un topolino velocissimo che mi strappa un commento “africano”:
questo non lo mangiamo! Ma padre Giorgio mi rassicura che in Uganda non si
mangiano i topi (come ho visto fare in Centrafrica e Sud Sudan)!
Arrivano piatti ricolmi di riso,
matoke, e crema di noccioline, oltre a tre piatti di pollo e brodo per gli
ospiti (ma io e padre Giorgio ne prendiamo solo un pezzetto per uno e lasciamo
il resto per gli altri) e anche una forchetta per ciascuno degli ospiti! Anche
qui per oggi sono salvo! Mangiare il brodo con le mani sarebbe stato
difficile...
Rito della lavanda delle mani con
l'acqua servita dal padrone di casa e si comincia a mangiare.
Il brodo con il pollo sono
semplicemente squisiti: pollo ruspante e il suo brodo mi ricordano la vigilia
di Natale a casa di mia zia...
Il riso serve al posto del pane.
Ci intingo anche il matoke (banana lessata dentro la proprie foglie) e poi mi
rifaccio un po' di riso con la crema di noccioline, anche se questa mi sembra
sia rimasta sul fuoco un po' troppo e si sente il sottofondo di bruciato...
comunque tutto di gusto particolare ma veramente ottimo! Arrivano anche una
bottiglietta d'acqua per ogni ospite e il lavaggio delle mani, ora anche con il
sapone, per tutti. Già perché essendo le forchette tre, gli altri hanno
mangiato tutti con le mani, come sempre...
Al ritorno, subito dopo il pranzo e dopo aver fatto un po' di servizio di trasporto pubblico tra i villaggi, arriviamo a casa e... “ma una fetta di ananas ce la facciamo, vero?” … “ci mancherebbe altro che no!”...
Ed anche su questo, con padre Giorgio pieno accordo!
La domenica termina con l'invito a cena delle suore della scuola: si festeggia una suora che si è consacrata definitivamente oggi. Suor Sara, una bella suora ugandese, che insegna religione anche alla scuola tecnica, e canta con una bellissima voce, fa bella mostra del suo anello “nuziale”. Auguri!
Chiudo questa “nota” ricordando
agli amici che mi seguono che possono ascoltare le interviste raccolte a Gulu e
a Kasaala, nelle puntate di “Volontariando”, su Radio Incontri (FM 88,4 / 92,8
in Toscana e Umbria, sabato e replica martedì, sempre alle 11), oppure sul sito
www.radioincontri.org entrando
nella voce “Programmi”, scegliendo “Volontariando” che è l'ultimo in ordine
alfabetico, cliccando su “Leggi tutto” e poi sulle ultime trasmissioni: dalla
n. 39 sono state registrate qui in Uganda...
Buon ascolto!
Grazie, Paolo, i tuoi racconti sono sempre belli ed interessanti, ma sopratutto, si sente la tua vicinanza a questi popoli. Che differenza da quello che succede da noi dove il diverso è visto sempre come il nemico. Grazie, Paolo
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