Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

giovedì 27 febbraio 2014

Una settimana di lavoro e lavori


 
Questa settimana è stata quella della fine dei corsi e della preparazione agli esami ed alla consegna delle “attestazioni di frequenza”. Ma sono anche arrivati tre amici trentini di padre Giorgio per rimettere la guaina lungo tutto il terrazzo  che gira intorno all'edificio della missione.

Giovedì poi, accompagnati dal vescovo di Kotido, mons. Filippi, anche lui trentino, sono arrivati altri quattro amici trentini ad aiutare gli altri nel lavoro.
Ho così finalmente conosciuto questo vescovo, che avrei voluto andare a trovare in Karamoja, zona particolarmente interessante perché dedita alla pastorizia anziché all'agricoltura, ma anche perché ancora estremamente selvaggia e naturale. Visita rinviata al prossimo anno? Vedremo...

Tra i sette amici trentini c'è anche una moglie, che prende subito possesso della cucina, dando due giorni di riposo alle nostre bravissime cuoche, Grace e Christine. Per due o tre giorni si dovrebbe mangiare all'italiana... La prima novità è il caffè, ma io non lo bevo: ormai ho perso l'abitudine e solo raramente bevo quello locale liofilizzato. Loro bevono birra, avendo finito le scorte di vino che si erano portati (insieme ai salami, alle salsicce, allo speck!), ma anche su questo punto sia io che padre Giorgio, che il diacono ugandese tendiamo a non berne: un goccio a fine pasto per la compagnia, ma poi basta.

Dopo un giorno ho cominciato ad apprezzare ancor di più la sana cucina locale: erano anni che non vedevo la carne in scatola... mi fa venire la nausea solo all'odore... Una volta, molti anni fa mi ha fatto male e da allora non riesco a sopportarla!

Gli amici trentini mi dicono che da anni vengono in Uganda e anche in altri posti, ma alla mia domanda: “mangiare all'ugandese, no?”, mi risponde la signora, confermando che si portano la carne e la pasta dall'Italia perché quella locale non la mangiano e gli uomini, facendo lavori pesanti, hanno bisogno di nutrirsi bene! E io ripenso alla carne in scatola, sognando l'ottimo pollo in brodo della scorsa domenica al villaggio!

Preparano pomodori e verza in insalata con le uova sode... ma il povero diacono James, prossimo alla consacrazione sacerdotale, comincia in anticipo la quaresima, visto che lui si accontenterebbe di riso e fagioli, matoke, crema di noccioline e patate o kassawa... e tutto sommato mi sento solidale: anche io ormai mangio tutto e la poca carne che c'è mi basta e mi avanza! Le proteine poi ci sono nei fagioli, nel riso e in tutto il resto.
In compenso il lavoro svolto è veramente molto professionale!

A proposito di mangiare... l'altro pomeriggio, rientrando dopo l'intervallo, trovo tre allievi (tra i 20 e i 45 anni) chinati sul prato che prendono qualcosa e se lo mettono in bocca con movimenti rapidissimi: stanno facendo merenda con le “formicone con le ali”, vive, tanto... “mettendole in bocca muoiono!”. Come mi avevano detto in Sud Sudan!

La scuola, dicevo, sta finendo: in questa settimana ci sono gli esami e la consegna degli attestati. Questo è il momento clou perché i giovani fanno il corso proprio per ottenere questa certificazione e poter richiedere posti migliori o aumenti di stipendio! In verità io vorrei che uscissero almeno due o tre nuovi insegnanti e dei giovani pronti ad un lavoro moderno e più qualificante per loro, abituati alla bassa manovalanza, o al commercio minimale, o a scarse attività artigianali. Staremo a vedere...

Domenica sono stato invitato dal vicedirettore della scuola tecnica, che è anche mio allievo, a pranzo a casa sua: anche lui ha la casa nuova, tra Kasaala e Luweero, in campagna, vicino ad una delle residenze del “presidente” Museveni. Si potrebbe andare anche a piedi, sono un paio di chilometri, ma mi viene a prendere in auto un altro allievo che pranza con noi, vista l'ora caldissima e la possibilità di temporali, che stanno diventando quasi quotidiani, nel dopopranzo: stagione delle piogge in arrivo con un certo anticipo?

Anche qui pranzo ottimo, accoglienza a tavola, con le posate, i piatti e i bicchieri! Il cibo, ottimo come quasi sempre e quasi dappertutto, è il solito: riso lesso, matoke (banane cotte), pollo arrosto, patate di diversi tipi. Insomma, proprio nulla da eccepire! L'accoglienza è sempre super: l'ospite “musungu”
(bianco) rimane qualcosa da poter raccontare agli amici... “Sai che l'altro giorno il “professore di informatica” è venuto a mangiare a casa mia?”...

Ripenso alle vacanze sul monte Amiata, quando da piccolo abitavo a Roma: si andava a passare un mese a casa del sindaco (vetero-comunista) di Santa Fiora, ma mio padre era laureato, ex-giornalista parlamentare, amico di molti politici del PSI pre-craxista e degli altri partiti, e quindi era un onore per loro ospitarci.
E ripenso alla zia, preside e consigliere comunale della Spezia, che quando si andava a trovare gli amici del paese in cui era sfollata durante gli ultimi anni della guerra facevano la festa alla grande: parlando tedesco aveva salvato qualche decina di uomini nascosti durante la ritirata dei tedeschi! Era quindi un orgoglio per loro averla ancora amica!

Questo è quello che ci danno le persone più semplici che tante, troppe volte, consideriamo “inferiori” solo perché meno acculturate: tanta stima e tutto il loro patrimonio di saggezza e di umiltà che raramente raccogliamo ed ancor più raramente ci portiamo appresso.

Ancora una volta ricordo agli amici che mi seguono, che possono ascoltare le interviste raccolte a Gulu e a Kasaala, nelle puntate di “Volontariando”, su Radio Incontri (FM 88,4 / 92,8 in Toscana e Umbria, sabato e replica martedì, sempre alle 11), oppure sul sito www.radioincontri.org entrando nella voce “Programmi”, scegliendo “Volontariando” che è l'ultimo in ordine alfabetico, cliccando su “Leggi tutto” e poi sulle ultime trasmissioni: dalla n. 39 sono state registrate qui in Uganda... Buon ascolto!

 

mercoledì 19 febbraio 2014

Domenica in un villaggio... e non solo!


 
 
Dopo la seconda settimana di corso ho voglia di uscire un po' dalla Missione; chiedo a padre Giorgio di accompagnarlo nella sua messa domenicale in due “cappelle outstation”, cioè in due piccoli villaggi in cui si dice la messa una volta ogni qualche mese. Mi dice che deve andare nelle più lontane e selvagge, e spera che non ci invitino a pranzo... torneremo tardi. A me va bene: il senso dell'avventura devo averlo innato, lo spirito di servizio me lo sono costruito con il tempo e la voglia di fare qualche bella foto non mi manca.

Si parte e si fanno una ventina di chilometri su strada sterrata ma buona: dice padre Giorgio che l'hanno appena rimessa a posto, perché dopo le piogge era distrutta... forse non è mai stato in Sud Sudan... a me sembra un'ottima strada!

Al primo villaggio, Kaggalamà, veniamo accolti dai catechisti, dal Presidente del Consiglio Pastorale e da un bel po' di gente. Alcune signore sono vestite per la festa: ci sono tre battesimi! Alla fine della messa la solita presentazione dell'”ospite”, che sono io, con ringraziamenti e applausi e qualche domanda sui prossimi corsi di informatica. Ottima semina!

Dopo tutti i discorsi un piccolo colpo di scena: si alzano a turno due dei papà dei neo-battezzati e promettono di sposare le loro donne, mamme dei bambini! Padre Giorgio è felice... inutile dirlo! “Qui non si sposano che pochi in chiesa... la tradizione della poligamia fa sì che non si sentano di mantenere la promessa di fedeltà matrimoniale”. Invece nella cattolicissima Italia...

Finito il tutto con le immancabili strette di mano e la benedizione di tante persone, si parte per il secondo villaggio, Kansili. La messa è sempre celebrata in un'aula delle scuole primarie, con qualche sedile dei bimbi e ben due sedie! Ho già raccontato che i comboniani prima costruiscono la scuola e poi la chiesa: qui siamo ancora solo al primo passo...

Poca gente, tre battesimi anche qui, e la presentazione con ringraziamenti e applausi. Riesco a commuovermi, vedendo come i giovani sono interessati a partecipare ai corsi per imparare ad usare i computer e che speranza sono per loro: hanno capito, ma lo ripeto continuamente, che il loro futuro passa per l'uso dei computer, “uso” per conoscere il mondo, per lavorare meglio!
Padre Giorgio spiega bene loro che io faccio il corso a quelli che saranno, dal prossimo mese, i loro insegnanti e potranno partecipare anche loro, volendo e pagando il giusto.

Mentre ci trasferivamo dal primo al secondo villaggio, padre Giorgio ha chiesto al catechista del primo, che ci ha accompagnati, “in quale hotel ci avete preparato il pranzo?”... il catechista, senza scomporsi, ha detto che avremmo pranzato tutti a casa del suo collega del secondo villaggio che festeggia la nuova casa arrivata al tetto (di un piano solo).

Alla fine della seconda messa si riparte e si va a casa di questo catechista... tutti mattoni cotti, tetto in lamiera, cucina e “servizi igienici” esterni, un bel po' di bimbi del catechista e della sorella a salutarci: niente pavimento, niente infissi, ma un tavolino, due poltrone per gli ospiti “musungu” (bianchi), una panchetta per i due catechisti e due stuoini grandi per un altro paio di persone: donne a bambini fuori a cucinare e servire.

Aspettiamo che venga pronto e intanto passa un topolino velocissimo che mi strappa un commento “africano”: questo non lo mangiamo! Ma padre Giorgio mi rassicura che in Uganda non si mangiano i topi (come ho visto fare in Centrafrica e Sud Sudan)!

Arrivano piatti ricolmi di riso, matoke, e crema di noccioline, oltre a tre piatti di pollo e brodo per gli ospiti (ma io e padre Giorgio ne prendiamo solo un pezzetto per uno e lasciamo il resto per gli altri) e anche una forchetta per ciascuno degli ospiti! Anche qui per oggi sono salvo! Mangiare il brodo con le mani sarebbe stato difficile...

Rito della lavanda delle mani con l'acqua servita dal padrone di casa e si comincia a mangiare.
Il brodo con il pollo sono semplicemente squisiti: pollo ruspante e il suo brodo mi ricordano la vigilia di Natale a casa di mia zia...

Il riso serve al posto del pane. Ci intingo anche il matoke (banana lessata dentro la proprie foglie) e poi mi rifaccio un po' di riso con la crema di noccioline, anche se questa mi sembra sia rimasta sul fuoco un po' troppo e si sente il sottofondo di bruciato... comunque tutto di gusto particolare ma veramente ottimo! Arrivano anche una bottiglietta d'acqua per ogni ospite e il lavaggio delle mani, ora anche con il sapone, per tutti. Già perché essendo le forchette tre, gli altri hanno mangiato tutti con le mani, come sempre...

Al ritorno, subito dopo il pranzo e dopo aver fatto un po' di servizio di trasporto pubblico tra i villaggi, arriviamo a casa e... “ma una fetta di ananas ce la facciamo, vero?” … “ci mancherebbe altro che no!”...
Ed anche su questo, con padre Giorgio pieno accordo!

La domenica termina con l'invito a cena delle suore della scuola: si festeggia una suora che si è consacrata definitivamente oggi. Suor Sara, una bella suora ugandese, che insegna religione anche alla scuola tecnica, e canta con una bellissima voce, fa bella mostra del suo anello “nuziale”. Auguri!

Chiudo questa “nota” ricordando agli amici che mi seguono che possono ascoltare le interviste raccolte a Gulu e a Kasaala, nelle puntate di “Volontariando”, su Radio Incontri (FM 88,4 / 92,8 in Toscana e Umbria, sabato e replica martedì, sempre alle 11), oppure sul sito www.radioincontri.org entrando nella voce “Programmi”, scegliendo “Volontariando” che è l'ultimo in ordine alfabetico, cliccando su “Leggi tutto” e poi sulle ultime trasmissioni: dalla n. 39 sono state registrate qui in Uganda...

Buon ascolto!

giovedì 13 febbraio 2014

Una “nota” di vita quotidiana


 
Mi sono reso conto che nelle ultime “note di viaggio” ho parlato quasi esclusivamente della vita della scuola, dei viaggi, delle impressioni, e ho tralasciato quella che è poi la vita oltre le ore del lavoro e dei trasferimenti.

Ormai sono alla terza settimana di permanenza a Kasaala, i ritmi si sono adeguati alle necessità e tutto fila secondo uno schema quotidiano normale.
La mattina alle 7 c'è la Messa a cui partecipano le suore della scuola, qualche classe e qualche abitante del villaggio; quindi sveglia alle 6.30, Messa alle 7 e la prima colazione.

Ci sarebbe anche il latte, ma bollito e ribollito e a lunga conservazione; ci sarebbe anche il caffè (l'”Africafe”), ma è caffè liofilizzato come il famigerato “Nescafé” (famigerato per via del suo produttore non-etico, e di chi ne fa la pubblicità!)... quindi prendo il thé, con un paio di fette di pane tipo “baguette”, che si compra al lunedì e poi va avanti tutta la settimana, un filo di “BlueBand”, che è una margarina vegetale prodotta in Kenya e vendono in tutta l'Africa che conosco, e la marmellata, anch'essa dal Kenya, troppo dolce per i miei gusti, e quindi anche questa in quantità ridottissima. Forse sento nostalgia per le marmellate dell'Adriana... Ottima colazione, comunque!

Dalle 9 alle 12 ho la lezione del mattino. Dopo i primi due o tre giorni con qualche ritardo, ora i ragazzi arrivano anche venti minuti prima e magari stanno in classe anche mezz'ora di più, con un intervallo per i bisogni naturali vero le 10.30, che dura circa un quarto d'ora.

All'una il pranzo con pasta al pomodoro, carne o tonno, e tanta verdura: patate, gialle o bianche (dolci), kassawa (manioca), matoke (banane lessate nella loro foglia), zucca, verza, e i fagioli che non mancano mai! Si finisce con un ananas o la papaya o le banane.
I cibi sono sempre questi e i sughi pure... basta sapersi adeguare, ma la dieta è ottima!
Non esiste la varietà dei sughi, la carne è alternata al sugo o alla brace, le patate sono lesse o fritte come le patatine industriali, ma buonissime: vengono fatte in padella con un olio molto leggero misto di palma, girasole ed altri vegetali. Un contorno particolare è la crema di noccioline, che devo provare a rifarmi a casa: va benissimo con le patate lesse, ma anche come intingolo per la carne, o come condimento di una insalata di riso.
La frutta è tutta di “produzione propria” o quasi...

Il pomeriggio trascorre con la classe dei lavoratori e degli insegnanti fino alle 17.30; alla fine della lezione, fatta per il gran tempo in piedi, un giretto intorno alla missione, doccia e preparativo per la cena.

La variante rispetto al pranzo è che si parte con una bella, ottima, minestra calda (con pasta o riso), veramente ricostituente: poi il resto, come da copione. Sempre ottimo, ben cotto, ed equilibrato come valori dietetici, almeno così dicono... Io sto benissimo, perdo qualche chilo di troppo e sto anche meglio!

Dopo cena, due passi all'aria aperta per digerire, guardare la luna e le stelle, e se è sereno, anche la Via Lattea.
Alle nove un po' di televisione per le notizie: i giornali locali sono chiaramente di ispirazione univoca, governativa, e parlano di quanto bene fa il presidente, soprattutto con lo sport per i giovani, con le scuole e così via... Mi sembra di aver già sentito questo cose... mah!... forse mi sbaglio...

Qualche giorno fa hanno dato al telegiornale i risultati delle scuole primarie fatte nel carcere della capitale, intervistando i neo diplomati (scuola primaria significa elementare e media!).
Poi ci sono tutte le notizie sportive della “premier league”, il campionato di calcio inglese (la nostra serie A), tanto per far passare il tempo senza dire cose sconvenienti sul potere, la corruzione e l'impegno bellico di questo Paese (presente con sue truppe in Somalia, Congo, Sud Sudan, ecc.).

In realtà qui il lavoro migliore, sempre promosso dal governo è quello del servizio militare. Potremmo regalare al presidente ugandese il nostro ministro Mauro: con le sue capacità farebbe diventare in breve tempo l'Uganda uno dei paesi meglio attrezzati del mondo, almeno da un punto di vista militare!

Ricordiamo la storica frase detta recentemente in un'occasione ufficiale: “Armiamoci per amarci!”... tipico programma di evangelizzazione ciellina!
Per coloro che non lo sanno, il ministro Mauro, oltreché esimio procacciatore di affari per la lobbie dei produttori di armi e protettore dei militari, è esponente del movimento fondato da don Luigi Giussani, “Comunione e Liberazione” appunto, di cui fanno parte altri begli esemplari di politici nostrani!

Meglio rimanere in Uganda, o almeno continuare a parlare di questo Paese bellissimo ed ancora abbastanza poco sviluppato e poco infestato dai mercanti occidentali e dai loro prodotti nefasti.
Al momento l'unica guerra economica che si nota è quella tra i provider telefonici: MTN, Airtel, Orange la fanno da padroni e si stanno facendo guerra a colpi di sconti, di tabelloni pubblicitari grandi come appartamenti e di pubblicità televisiva di ogni specie (come la nostra!).

 

sabato 8 febbraio 2014

Kasaala Technical School: un buon inizio!


 
Lunedì ho iniziato i miei corsi, ma sono anche iniziate le scuole per tutti, così Kasaala si è rivitalizzata all'improvviso: bambini e ragazzini tutto intorno alla missione, perché le scuole primarie, che durano sette anni, si comincia a sei anni, sono tutte intorno alla comunità, come pure le scuole tecniche. La mattina, alla messa delle 7 ci sono sempre un paio di classi. E oggi, sabato, la direttrice del coro aveva forse 10-11 anni... magnifico!

Dopo una settimana dei due corsi posso cominciare a fare qualche valutazione.
Durante la preparazione avevo avuto qualche dubbio sull'efficacia della “promozio­ne” fatta da padre Giorgio, ma a bocce ferme, a corsi iniziati, devo dire che ha centrato pienamente gli obbiettivi e la scelta delle persone che avrebbero potu­to partecipare.
Come ho già avuto modo di dire, la selezione è stata buona, anche se ho dovuto scartare almeno quat­tro ragazzi e altrettanti lavoratori. Oltre ai giovani che fanno il corso al mattino, ci sono sette tra lavoratori e insegnanti e un imprenditore, che fanno il corso al pomeriggio. Gli insegnanti dovranno poi proseguire i corsi di informatica per il villaggio e per la scuola tecnica, che ha ora solo i set­tori di meccanica, falegnameria e carpenteria metallica.

Alla fine della selezione mi sono reso conto che erano quasi tutti maschi. Solo un paio di donne... Pazienza! Lunedì sera, intervistando padre Giorgio per “Radio Incontri” di Cortona (www.radioincontri.org per chi volesse ascoltare le trasmissioni di “Volontariando” in streaming) mi ha detto che qui ci sono due scuole tecniche, una maschile ed una femminile. A questo punto ho avanzato la richiesta che i prossimi corsi di informatica siano accessibili ad ambo i sessi... la risposta è stata un “ovviamente!” che non ha lasciato spazio a dubbi, ma su­bito seguita da: “... domenica alla Messa, quando ho presentato te e il nuovo direttore della scuola tecnica ora maschile, lui ha detto che spera che alle prossime iscrizioni si iscri­vano anche le ragazze!”. A dire la verità tutto questo era stato detto in lingua “luganda” ed io, altrettanto ovviamente, non avevo capito nemmeno una paro­la!

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Giovedì a pranzo e cena abbiamo ospiti: passano a trovare padre Giorgio quattro trentini che vengono in Uganda da molti anni e aiutano nella costruzione di scuole e chiese. Parlano quasi solo dialetto e ci offrono un goccio di “medicina trentina”... una specie di grappa fortissima e buonissima!
Se ne vanno dopo cena, via di corsa, con una macchina strapiena di loro e dei bagagli, per partire nella notte da Entebbe.

Chissà perché da Entebbe gli aerei partono solo di notte... Anche sr. Lily parte stanotte per l'Italia e ci si ferma almeno tre mesi... spero di poterla incontrare di nuovo: l'ho conosciuta in Sud Sudan ed è veramente una suora speciale!
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La fatica si sente, ma dipende dal fatto che nella prima settimana si fa teoria e quindi sto in piedi tutto il tempo della lezione, in totale sei ore al giorno... quando finisco ho voglia di andare a passeggiare per sgranchirmi! Per fortuna in questi giorni non ha fatto il caldo della settimana precedente ed ha anche piovuto un paio di volte, ma senza esagerare come usa di solito qui! Sabato solo un'ora per gruppo al mattino per lasciare un po' di spazio alla pratica ed al recupero di chi è già in difficoltà. Poi … festa!
 
Oggi pomeriggio, sabato appunto, in città (si fa per dire...), a Luweero, centro commerciale (nel senso che c'è un mercato), sede di diocesi (nel senso che c'è un vescovo), ma soprattutto la fermata dei pullman di linea che vanno a nord, verso Gulu, Moyo e il Sud Sudan, ma anche verso Lira e Arua, due tra le maggiori città dell'Uganda.

Già, la fermata degli autobus è sostanziale per la vita di queste cittadine: quando arriva il pullman, come già raccontato in altre “note”, c'è l'assalto al viaggiatore affamato, un po' il contrario di quanto succede nei nostri autogrill, in cui sono i viaggiatori ad assaltare bar e toilette, qui sono i venditori di spiedini, banane cotte e crude, kassawa (manioca), acqua e bibite ad assalire i viaggiatori sugli autobus. Per le toilette... bisogna scendere e ci sono anche le toilette a pagamento! Se si ha bisogno durante il viaggio... si avvisa l'autista che si ha da fare una “short-call”, ossia una chiamata breve... tutto il mondo è paese: quanti da noi, in circostanze analoghe, dicono di dover andare a fare una telefonata?
Mi accompagna con un vecchio fuoristrada Suzuki uno dei miei “studenti”, che lavora nell'officina della scuola di meccanica.

La cittadina si estende lungo le due strade parallele, vecchia e nuova, con una serie infinita di negozi e negozietti che vendono di tutto, ma soprattutto ricariche telefoniche... Il mercato vero e proprio c'è solo al lunedì, quindi acquisti rinviati al primo lunedì in cui avrò tempo, cioè tra un mesetto...

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L'altro ieri è arrivato un camion attrezzato di gru: si è portato via una moto Guzzi 250, rossa, tipo “galletto”, che era appartenuta a padre Giannino, che è mancato lo scorso anno. Mi ha stretto il cuore... ma padre Giorgio ha detto che ha incassato una bella cifra, che serve per finire una scuola nuova. Giusto, ma forse vendendola in Italia si sarebbero ricavati soldi per tutta una scuola qui!
Ora in garage è rimasta sola una Fiat 850 Special rossa... sempre di padre Giannino!

Mi hanno detto che tempo fa, a Kasaala, in una missione dei “padri bianchi”, c'era un padre che aveva anche lui una grande moto bianca... chissà le corse in moto fra i due missionari per guadagnarsi più anime!

 

sabato 1 febbraio 2014

Kasaala, comincia il lavoro vero

 

Finalmente rilassato dopo le varie avventure degli ultimi due giorni, si comincia  a fare le cose con calma.

L'arrivo di padre Giorgio a Mbuya e i giri per Kampala per fare tutte le commis­sioni necessarie a sfruttare il viaggio mi fanno pensare che finora ho avuto una breve mezza vacanza...

L'arrivo a Kasaala è come la fine di un incubo: un po' di pranzo in ritardo, una doccia fredda e rilassante dopo tutta la polvere dei viaggi, che è entrata non solo nei pantaloni ma anche nei polmoni, è veramente curativa!

Riesco anche a fare un bel sopralluogo per decidere dell'aula e delle sistema­zioni varie, dalla scelta di tavoli e sedie all'acquisto di “ciabatte” elettriche e ri­duttori.

Una cenetta frugale, abbondante, che finisce con un ananas dolce e asprino nello stesso tempo, e poi a nanna.

Dieci ore di sonno filate sono un record per me... ma siamo quasi nella foresta, non ci sono rumori, e solo al mattino gli uccellini gialli e neri riescono a sve­gliarmi. Quasi come a casa, sulla collina toscana della Valdichiana. Ma questa è un'altra storia!

Martedì, si cominciano le interviste ai possibili partecipanti ai due corsi che penso di fare, si leggono le notizie dall'Italia, ci si convince sempre più che lì i matti sono tutti fuori e i savi tutti dentro, ma non si capisce nemmeno dove è “dentro” e dove è “fuori”. Forse sbaglio, ma, come previsto, Renzi riuscirà a far risorgere SB dopo che tutto il mondo ci ha detto “finalmente lo avete mandato a casa!”. Così ricominceremo, anche qui, a sentirci dire “italiani? Bunga, bunga!”, che non è proprio nei nostri pensieri esserlo...

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La settimana, tra una cosa e l'altra e quell'altra ancora, è ormai trascorsa: sono veramente soddisfatto di come stanno andando le cose!

All'arrivo ho capito che i partecipanti al corso erano da selezionare quasi com­pletamente. Padre Giorgio ha invitato, come richiesto dal progetto, insegnanti e lavoratori, e qualche studente dell'ultimo anno.

Il “Progetto Informafrica - Kasaala” è di preparare formatori in informatica, ma anche di formare qualche ragazzo già uscito dalla scuola ad avviarsi a qualche lavoro e fare un corso agli studenti dell'ultimo anno, per far acquisire loro le prime conoscenze.

La selezione è buona: ci sono persone che hanno voglia di migliorarsi e che sono disposte a pagare anche la cifra che chiediamo loro: due rate di 3 euro agli studenti e due di 6 euro ciascuna a quelli che lavorano!

I corsi saranno due: al mattino per gli studenti e al pomeriggio per gli inse­gnanti e i lavoratori. Speriamo che succeda come a Gulu, dove abbiamo trova­to il lavoro a Boniface!

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Alcune considerazioni già postate ieri su Facebook...

Quando la sera mi collego ad internet, vado a leggere le notizie italiane su Rai­News... penso che anche stanotte potrei avere degli incubi...

Leggo della legge elettorale, della “vendita” della Banca d'Italia, dello “schiaffo” di un questore parlamentare ad una deputata grillina, degli insulti di un grillino alle donne del PD, oltre a quelli che quotidianamente i grillini riservano a tutti coloro che i problemi li vorrebbero risolvere pacificamente e davvero... leggo di processi di ogni genere, di omicidi sul lavoro, contro le donne (odio il termine abusato ed improprio di “femminicidio”)... leggo dei consueti disastri ambienta­li, della voracità di molti politici e funzionari statali, locali e non, di giudici che dicono che non è reato regalare una casa ad insaputa del beneficiario, anche se questi ricopre un ruolo istituzionale di primo ordine...

Qualcuno mi chiede, qui, cosa ne penso della situazione italiana! Mi vedo costretto a rispondere, mio malgrado e malgrado l'amore che nu­tro per la Bella Italia, quella storica, dell'arte, della musica, della natura: “E' un casino!”... non certo pensando alle case chiuse...

Temo proprio che gli italiani siano un popolo sostanzialmente immorale ed im­preparato all'etica politica, sociale, economica, umana.

Un popolo che continua a mantenere al potere SB, noto e condannato come evasore fiscale, probabile corruttore di alti gradi dello Stato (dai giudici agli uf­ficiali della Guardia di Finanza), probabile compratore di ragazze per uso im­proprio e personale, anche minorenni, un sicuro faccendiere della finanza glo­balizzata e via di questo passo, un popolo così non può che essere colluso e connivente!

Aggiungiamo a questo l'ascesa “democratica” di un comico con lo spirito della distruzione del sistema e il progetto della sostituzione dello stesso con la per­sona sua e di qualche consociato...

Aggiungiamo ancora che il partito che avrebbe dovuto salvaguardare l'Italia da tutto ciò: in parte è colluso con i “di cui sopra”; in parte è ancora legato ad una tradizione politica ormai morta e sepolta (la sinistra ex-PCI); in parte considera la possibilità di un agire politico etico, ma è incapace di sopportarne il peso (l'ex-Ulivo,ex-Margherita, ecc.); un'ultima parte è costituita da chi ha chiara­mente la maggioranza (Renzi), legata al modello dell'evasore e del comico, quelli cioè che dicono di volere un cambiamento ma non sanno cosa e come cambiare, probabilmente perché i loro personali interessi ne sarebbero scon­volti e i loro “promotori” (le varie lobbie delle armi, del gioco d'azzardo, dell'e­vasione fiscale a tutto campo, e così via) li ribalterebbero in un minuto!

Detto questo... mi vien voglia di rimanere in Uganda!