Questa settimana è stata quella
della fine dei corsi e della preparazione agli esami ed alla consegna delle
“attestazioni di frequenza”. Ma sono anche arrivati tre amici trentini di padre
Giorgio per rimettere la guaina lungo tutto il terrazzo che gira intorno all'edificio della missione.
Giovedì poi, accompagnati dal
vescovo di Kotido, mons. Filippi, anche lui trentino, sono arrivati altri
quattro amici trentini ad aiutare gli altri nel lavoro.
Ho così finalmente conosciuto
questo vescovo, che avrei voluto andare a trovare in Karamoja, zona
particolarmente interessante perché dedita alla pastorizia anziché
all'agricoltura, ma anche perché ancora estremamente selvaggia e naturale.
Visita rinviata al prossimo anno? Vedremo...
Tra i sette amici trentini c'è
anche una moglie, che prende subito possesso della cucina, dando due giorni di
riposo alle nostre bravissime cuoche, Grace e Christine. Per due o tre giorni
si dovrebbe mangiare all'italiana... La prima novità è il caffè, ma io non lo
bevo: ormai ho perso l'abitudine e solo raramente bevo quello locale
liofilizzato. Loro bevono birra, avendo finito le scorte di vino che si erano
portati (insieme ai salami, alle salsicce, allo speck!), ma anche su questo
punto sia io che padre Giorgio, che il diacono ugandese tendiamo a non berne:
un goccio a fine pasto per la compagnia, ma poi basta.
Dopo un giorno ho cominciato ad
apprezzare ancor di più la sana cucina locale: erano anni che non vedevo la
carne in scatola... mi fa venire la nausea solo all'odore... Una volta, molti
anni fa mi ha fatto male e da allora non riesco a sopportarla!
Gli amici trentini mi dicono che
da anni vengono in Uganda e anche in altri posti, ma alla mia domanda:
“mangiare all'ugandese, no?”, mi risponde la signora, confermando che si
portano la carne e la pasta dall'Italia perché quella locale non la mangiano e
gli uomini, facendo lavori pesanti, hanno bisogno di nutrirsi bene! E io
ripenso alla carne in scatola, sognando l'ottimo pollo in brodo della scorsa
domenica al villaggio!
Preparano pomodori e verza in
insalata con le uova sode... ma il povero diacono James, prossimo alla
consacrazione sacerdotale, comincia in anticipo la quaresima, visto che lui si
accontenterebbe di riso e fagioli, matoke, crema di noccioline e patate o
kassawa... e tutto sommato mi sento solidale: anche io ormai mangio tutto e la
poca carne che c'è mi basta e mi avanza! Le proteine poi ci sono nei fagioli,
nel riso e in tutto il resto.
In compenso il lavoro svolto è
veramente molto professionale!A proposito di mangiare... l'altro pomeriggio, rientrando dopo l'intervallo, trovo tre allievi (tra i 20 e i 45 anni) chinati sul prato che prendono qualcosa e se lo mettono in bocca con movimenti rapidissimi: stanno facendo merenda con le “formicone con le ali”, vive, tanto... “mettendole in bocca muoiono!”. Come mi avevano detto in Sud Sudan!
La scuola, dicevo, sta finendo:
in questa settimana ci sono gli esami e la consegna degli attestati. Questo è
il momento clou perché i giovani fanno il corso proprio per ottenere questa
certificazione e poter richiedere posti migliori o aumenti di stipendio! In
verità io vorrei che uscissero almeno due o tre nuovi insegnanti e dei giovani
pronti ad un lavoro moderno e più qualificante per loro, abituati alla bassa
manovalanza, o al commercio minimale, o a scarse attività artigianali. Staremo
a vedere...
Domenica sono stato invitato dal
vicedirettore della scuola tecnica, che è anche mio allievo, a pranzo a casa
sua: anche lui ha la casa nuova, tra Kasaala e Luweero, in campagna, vicino ad
una delle residenze del “presidente” Museveni. Si potrebbe andare anche a
piedi, sono un paio di chilometri, ma mi viene a prendere in auto un altro
allievo che pranza con noi, vista l'ora caldissima e la possibilità di
temporali, che stanno diventando quasi quotidiani, nel dopopranzo: stagione
delle piogge in arrivo con un certo anticipo?
Anche qui pranzo ottimo, accoglienza a tavola, con le posate, i piatti e i bicchieri! Il cibo, ottimo come quasi sempre e quasi dappertutto, è il solito: riso lesso, matoke (banane cotte), pollo arrosto, patate di diversi tipi. Insomma, proprio nulla da eccepire! L'accoglienza è sempre super: l'ospite “musungu”
(bianco) rimane qualcosa da poter raccontare agli amici... “Sai che l'altro giorno il “professore di informatica” è venuto a mangiare a casa mia?”...
Ripenso alle vacanze sul monte
Amiata, quando da piccolo abitavo a Roma: si andava a passare un mese a casa
del sindaco (vetero-comunista) di Santa Fiora, ma mio padre era laureato,
ex-giornalista parlamentare, amico di molti politici del PSI pre-craxista e
degli altri partiti, e quindi era un onore per loro ospitarci.
E ripenso alla zia, preside e
consigliere comunale della Spezia, che quando si andava a trovare gli amici del
paese in cui era sfollata durante gli ultimi anni della guerra facevano la
festa alla grande: parlando tedesco aveva salvato qualche decina di uomini
nascosti durante la ritirata dei tedeschi! Era quindi un orgoglio per loro
averla ancora amica!
Questo è quello che ci danno le
persone più semplici che tante, troppe volte, consideriamo “inferiori” solo
perché meno acculturate: tanta stima e tutto il loro patrimonio di saggezza e
di umiltà che raramente raccogliamo ed ancor più raramente ci portiamo
appresso.
Ancora una volta ricordo agli amici che mi seguono, che possono ascoltare le interviste raccolte a Gulu e a Kasaala, nelle puntate di “Volontariando”, su Radio Incontri (FM 88,4 / 92,8 in Toscana e Umbria, sabato e replica martedì, sempre alle 11), oppure sul sito www.radioincontri.org entrando nella voce “Programmi”, scegliendo “Volontariando” che è l'ultimo in ordine alfabetico, cliccando su “Leggi tutto” e poi sulle ultime trasmissioni: dalla n. 39 sono state registrate qui in Uganda... Buon ascolto!