L’inizio della settimana è passato molto tranquillo, nella normalità dei lavori, della scuola, della mancanza assoluta di festeggiamenti per s. Ambrogio o per l’Immacolata, nella mancanza di vetrine illuminate, anzi nella mancanza di vetrine, di luminarie natalizie che fanno pensare a noi poveri occidentali opulenti che il Natale sia l’arrivo del regalo, della festa, della settimana bianca…
Qui ci si copre con un pezzo di stoffa la sera, quando il termometro scende sotto i 20°, e i neri hanno freddo, e di giorno si sopporta il caldo asciutto con sempre un po’ di vento che viene da nord, caldissimo, ma che rende sopportabili gli oltre 35° all’ombra ed i circa 50° al sole… Il Natale… arriva anche senza luminarie… ed è Natale perché il villaggio si svuota: tutti gli studenti “esterni” tornano ai loro villaggi di origine fino alla fine di marzo, i volontari stranieri se ne partono per evitare di essere qui nei momenti difficili del Referendum, rimangono solo pochi: un giovane medico italiano, una assistente franco-americana, una suora australiana ed una amministratrice australiana dell’ospedale.
Chi non “scappa” sono i missionari comboniani, e mi dispiace pensare che padre Daniele mi ha fatto venire con l’impegno di andarmene anche io entro la fine dell’anno… Mi sembra di scappare anche io!
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