Arrivare ad Entebbe è ormai quasi come arrivare a
Fiumicino… mi sembra di riconoscere anche le persone… ma riesco anche a
valutare i vari cambiamenti, le migliorie che stanno apportando all’aeroporto,
ormai tra quelli “buoni” per arrivi e partenze intercontinentali… Ottimo…
quindi… “Pronti?… Via!”…
Questo è il quarto viaggio a permanenza lunga, oltre
qualche “scorribanda” dal vicino Sud Sudan, in questo splendido Paese, verde e
ricco di acqua, colori, specie vegetali ed animali, ma anche ricco di persone
rappresentanti etnie, colori, caratteristiche somatiche e lingue diverse.
I primi giorni li trascorro a Kampala, nella casa dei
Padri Comboniani, sempre accoglienti e pronti a risolvere qualsiasi anche
piccolo problema. Ritrovo gli amici, il padre Provinciale che sta per terminare
il suo mandato, l’amministratore, piccolo come me, ma tutto pepe, e poi il
vescovo di Moroto, padre Damiano, italiano, comasco, e tanti altri.
Ma questi giorni sono da sfruttare per la programmazione
di tutto il periodo di permanenza e lavoro, quindi alcuni incontri, tra sabato,
domenica e lunedì me li metto subito in cantiere…
Sabato alle 12 appuntamento con i giovani francescani,
che mi dovrebbero venire a prendere per portarmi ad un loro incontro nazionale…
Alle 15.30, dopo qualche rinvio di orario, rinunciamo e rinviamo…
Domenica mattina viene a prendermi padre Edwards,
direttore dell’”Università dei Martiri Ugandesi”, scuola di formazione pre- e
post-laurea in management, commercio e amministrazione. Un’oretta di ritardo
tanto per non disabituarsi ed un incontro assai interessante: verrò a
trascorrere qui i due ultimi giorni di permanenza per fare un breve “stage” sul
foglio elettronico agli studenti del corso attuale, tanto per insegnare qualche
piccolo trucco, qualche malizia da “vecchio utilizzatore”, per dar loro la
possibilità di migliorare l’utilizzo dello strumento.
Alle 14 avrei un altro impegno, in centro, per
consegnare una busta ad una persona… alle 16, dopo tre telefonate, avviso che
non aspetterò oltre i quindici minuti… Dopo sette minuti arriva e si scusa… ma
di che? Se era tanto vicino non poteva venire prima? “African time”…
Nel frattempo sono tornato a “pranzare” in una specie di
self-service popolare che conosco: un bel piatto di riso lesso, fagioli e crema
di noccioline, il tutto “innaffiato” (i benmangianti dicono così… o no?) da
mezzo litro di succo di frutta mista, chiamato con sussiego “cocktail” nel
listino… veramente ottimo!
Conclusione… in tre giorni ho accumulato pazienza per sei
ore di ritardo complessive… non credo sia un record, ma va già bene…
Sfrutto l’arrivo di padre Giorgio, che mi ospiterà a
Kasaala per il mese di gennaio, per andare a fare qualche acquisto per il
centro di Kampala e per portarmi avanti con la marcia di avvicinamento a Gulu,
prima tappa effettiva.
Così dormo due notti a Kasaala, prendendo posto della
mia “nuova camera”, lasciando tutti i bagagli più importanti, salutando coloro
che già conosco, visitando la scuola dove lavorerò il prossimo mese, anche per
accertarmi che vada tutto bene… Sembra tutto a posto. Speriamo che continui
così.
Il viaggio per Gulu dura oltre cinque ore: sono circa
280 chilometri di strada ormai finita e molto buona, anche se “affollata” di
biciclette, pedoni, motociclette e furgoncini per il trasporto locale di ogni
genere: i famosi “matato”…
Arrivare a Gulu dopo due anni e mezzo fa quasi
impressione: oltre alla strada ormai rifatta completamente, anche in città sono
migliorate molte cose, altre sono semplicemente cambiate, altre si sono
“perse”…
Il mercato, che era estesissimo e fuori città, ora è
stato edificato ed ospitato in una struttura multipiano piuttosto moderna,
anche se “cinesemente semplice”, in cui ogni banco ha circa 3 metri a
disposizione e i cartelli che dovrebbero indicare i vari reparti sono stati
messi in anticipo e poi tutto è stato organizzato diversamente… ma dove non
succede?
Vado subito a comprarmi un nuovo paio di ciabatte fatte
con i copertoni delle auto riciclati…
Per il “meteo”, tanto importante per gli occidentali, mi
avevano detto che pioveva ancora e che la stagione secca tardava… temo di aver
portato il sole… ho visto per ora solo due temporali da lontano, nemmeno una
goccia di pioggia e tanta polvere, proprio come nella stagione secca che ormai
è arrivata…
Quindi caldo asciutto, qualche zanzara, qualche altro
insetto, ma c’è frutta di ogni tipo, nonostante la stagione non sia andata
molto bene… e ancora piuttosto freschino la sera e di prima mattina… Ottimo!
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