E' trascorsa
ormai quasi una settimana dall'arrivo a Kampala e mi sono adeguato ai nuovi
ritmi. Ho avuto bisogno del venerdì, del sabato e della domenica per riuscire a
far pari con la stanchezza del viaggio e dei due giorni senza dormire: sarà
l'età? Mah... Vedremo cosa ne pensano gli amici diversamente giovani come me.
Qui era, come
sempre, tutto organizzato e puntuale: padre Giorgio, come mi ha detto
stamattina il ragazzo del mototaxi che mi ha riportato a casa da alcune
commissioni, “fa la differenza a Kasaala!”. Giustissimo!
Nei primi due
giorni sono riuscito anche a chiudere le pendenze con Radio Incontri, a cui
dovevo le registrazioni di due trasmissioni, a scrivere la prima “nota di
viaggio”, qualche commento su Facebook, ed anche a rileggermi un libro
bellissimo, che ho voluto portarmi dietro dopo aver visto i fatti di Parigi:
“L'altro” di Ryszard Kapuscinski. Costa 5 euro (Univ. Econ. Feltrinelli, Saggi)
ma ne vale infinitamente di più, almeno per chi è interessato a sapere chi è
“l'altro”. E' come ripassare una lezione di sociologia, mentre si entra in un
ambiente in cui “l'altro” sono io... niente male! E dopo i fatti di Parigi, una
piccola meditazione sulla materia può essere utile soprattutto a noi “bianchi
occidentali”.
La cucina è la
stessa dello scorso anno: le cuoche sono sempre Grace e Christine, i pasti
anche e la dieta è sempre quella “papapa”, come l'ho ribattezzata quest'anno...
“pasta, patate e papaya”!
In realtà si
mangia molto di più e la papaya sta cominciando a maturare ora, come le banane:
quelle piccole, specialissime, ancora non ci sono, ma arriveranno.
Stasera, per
esempio, il menu ci ha riservato: pannocchia di mais bianco cotta, minestra,
frittata, patatine fritte tipo chips, fagioli, ananas... mi sa che torno che
peso come le valigie che ho portato piene di computer!
Il cane che lo
scorso anno aveva cominciato ad accettarmi solo negli ultimi giorni è
invecchiato: mi passa a fianco e nemmeno mi saluta... invece i gatti mi vengono
ad accompagnare anche qui...
Ma il bello è
la gente. Alunni dello scorso anno che ora insegnano o che hanno continuato a
fare il loro lavoro, o che stanno continuando a studiare, tutti che mi salutano
ringraziandomi di essere tornato, come dicevo già nella scorsa “nota”. Con gli
insegnanti che hanno tenuto i primi corsi stiamo organizzando quelli che
cominceranno la prossima settimana e faccio loro delle lezioni supplementari,
di aggiornamento, di ripresa dei programmi, di conoscenza di nuovo software e
qualche consiglio da “veterano”.
Si sono fatti
un manuale per far seguire meglio le diapositive agli alunni: salvo qualche
errore di inglese devo dire che hanno fatto un lavoro molto bello e completo.
Mi hanno stupito alcune considerazioni sociologiche sull'ingresso dei computer
nella vita del lavoro e sui cambiamenti che questo porterà. Veramente
bravissimi!
Come da
progetto, prevedo di tenere qui due corsi di primo livello, uno per i privati
ed uno per gli insegnanti della scuola tecnica che desiderano aggiornarsi per
insegnare anche informatica e soprattutto l'informatica applicata alle loro materie.
Nel primo proverò a far fare qualcosa agli insegnanti che già operano, per
“testarli” un po'.
Per finire, un
sorriso. Ieri mi sono reso conto che nell'aula ci sono 12 sedie ma solo tre
tavoli, invece di quattro che avevamo progettato: quando ho consegnato l'aula,
a marzo 2014, effettivamente uno doveva essere ancora fatto per mancanza di
tempo. Chiedo al falegname come mai ancora non c'è. “Sì, mi aveva suggerito di
farlo, ma non ho avuto tempo!”. “A dire la verità glielo abbiamo anche pagato,
più che 'suggerito'; per la prossima settimana ci deve essere!”.
“Certamente!”... sapendo di mentire, perché la sua “prossima settimana” sarà,
forse, fra un mese... African time!
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