Quasi
una settimana nel nord dell'Uganda. E' veramente interessante vedere
come cambiano il paesaggio e le abitudini della gente anche a pochi
chilometri di distanza, ma la vicinanza al grande Nilo ed alle decine
di corsi d'acqua diversi, per non parlare del lago Vittoria, fa una
grandissima differenza!
Partenza
il pomeriggio del 1° maggio, in moto-taxi, per Moyo, primo centro
cittadino oltre frontiera: una trentina di chilometri di strada
sterrata e sentieri, buche e pozzanghere e sabbia e polvere. Circa
un'ora e mezzo per valicare anche i due posti di frontiera,
sud-sudanese in uscita e ugandese in entrata, con firme e "visti"
e controlli vari.
Notte
a Moyo, in un "lodge" (albergo) molto carino, con
ristorante e centro per congressi, gestito da un prete diocesano.
Ottima doccia fredda e ottima cena: pollo arrosto con patatine fritte
ed una bella birra locale!
Sveglia
alle 5 per essere alla stazione del bus alle 6. A piedi, visto che
non piove, circa due chilometri di strada in mezzo al frastuono della
sveglia degli uccellini sugli altissimi alberi di tek e di eucalipto.
Il bus è puntuale, almeno alla partenza: alle 6.30, con le luci
dell'alba, si parte; fortuna che mi hanno dato un posto in seconda
fila! Con le buche e le strade che ci sono, ci sarebbe mancato il
posto in coda...
Dopo
un'ora si attraversa con un "ferry-boat" il Nilo: tutti giù
dal bus a godersi le luci dell'alba su questo immenso fiume che apre
le porte della mente ai ricordi storici, alle leggende, ai faraoni;
la fantasia corre e la traversata dura pochi minuti...
Poi
ancora strada e buche e polvere e pozzanghere che sembrano laghi,
fino ad Atiak, dove si raggiunge la strada principale tra Uganda e
Sud Sudan: qui passano i TIR ("lorries") e le buche
diventano fossati infernali... fino a Gulu, capoluogo dell'omonima
provincia.
Prima
visita al Centro Laboratorio dell'associazione "Comboni
Samaritans", con suor Dorina, italiana, che mi fa fare un rapido
giro della struttura, con i laboratori tessili e di artigianato
(molto simili a quello di "Lady Lomin" a Kajo Keji), con il
negozio per i visitatori ed una bella organizzazione. I dirigenti
della struttura e dell'associazione sono ragazzi cresciuti in
orfanotrofio e sostenuti dall'associazione negli studi, e diventati
piano piano dirigenti! Oggi l'associazione sostiene oltre 1.200 tra
disabili di tutti i tipi, orfani e bimbi abbandonati. Ottanta di
questi non hanno nemmeno "genitori adottivi a distanza" e
sono sulla strada dell'università: qualcuno dei miei amici cercherà
di aiutarli, veroooo???
Pomeriggio
a visitare la sorella di un operaio che ora è a Kajo Keji e che,
abbandonata dal marito con quattro figlie e di nuovo incinta, sempre
grazie al marito, collabora con il nostro laboratorio facendo collane
e braccialetti per guadagnare il minimo sostentamento per la
famiglia. Africa... e purtroppo non solo Africa!
Giovedì
di lavoro per le mie associazioni (Economia Alternativa di Roma, dei
Comboniani, e Informatici Senza Frontiere).
Pomeriggio
al mercato. Mi compro un paio di infradito di gomma: sono ritagliati
dai copertoni dei trattori, dei camion e delle jeep e riciclati. Con
5.000 UGX (pari a poco più di 1 euro) me ne fanno un paio su misura!
Sicuramente sarà difficile venire qui in caso di foratura, ma credo
che dureranno almeno una cinquantina di anni, dati anche i pochi
chilometri che faccio...
Poi
visita al "fratello della sorella" di ieri, o meglio alla
loro famiglia, fuori città, in una campagna che ricorda la Brianza
di un tempo, verde, con i laghetti con le ninfee, fiori bellissimi e
libellule che ti ricordano come nessun architetto al mondo possa fare
certe cose ed il "caso" tanto meno!
Accoglienza
spettacolosa, come solo in campagna si riceve...
Venerdì
ancora lavoro ed altri incontri umani veramente toccanti. Faccio
amicizia con Leonardo, un uomo nero, grande e grosso, con la barba
bianca, che fa il sarto sulla strada con una vecchia Singer a pedali:
vede la mia barba bianca e l'amicizia è immediata! Lui ha 54 anni.
Quando gli dico che ha un nome importante, mi dice di sì, per via di
Leonardo da Vinci! Mi invita, quando tornerò, ad andare a trovarlo:
spero proprio di poterlo incontrare di nuovo!
Sabato
il viaggio di ritorno a Moyo, con la pioggia, e seduto sul bus in
ultima fila, quella che da ragazzo si faceva a botte per averla, ma
che a 67 anni sarebbe meglio evitare... finestrini chiusi per la
pioggia o la polvere, ma non cambia il risultato: arrivo a Moyo con
la "polo" bianca, ormai color ruggine (sabbia rossa) lavata
dal sudore e dall'acqua... se non faccio la doccia e mi cambio penso
che non faranno andare a cena!
Notte
con breve sparatoria nelle vicinanze, ma al mattino nessuno sa
nulla...
E
domenica rientro tranquillo, dopo la Messa ed il pranzo, ospite del
prete. In moto... altri 30 chilometri di polvere, per arrivare e
riposare almeno due giorni!
Magari...
Nessun commento:
Posta un commento