Progetto INFORMAFRICA


Ridurre il "digital divide" portando la nostra CONOSCENZA
in modo ETICO e RESPONSABILE, ma non i nostri "modelli di vita"

mercoledì 28 dicembre 2016

2 - Natale a Gulu



Il primo Natale trascorso in Africa, nel 2010, ero a Mapuordit, in Sud Sudan, fu indimenticabile: la messa di mezzanotte in una chiesa ancora da costruire, con due torce a batteria per fare un po’ di luce alla gente e al vescovo Mazzola­ri che celebrava, e un piccolo presepe a fianco dell’altare. Poi la passeggiata verso il villaggio, con le piccole torce personali.
Altro che luminarie, come le luci esasperanti che mi accolsero a Fiumicino tre giorni dopo, all’alba del 29 dicembre...

Gulu è però una cittadina commerciale, ugandese e non sud-sudanese, attivissima, ma sempre senza luminarie, anche perché qui la corrente manca almeno tre o quattro ore al giorno nei giorni normali… e io vivo a circa cinque chilometri dalla città, nella realtà di una periferia vasta e scarsamente abitata, nella campagna (il “bush” della savana), e qui la corrente elettrica manca ancora più spesso. Le luci sono rare e le strade rosse non sono illuminate, mai.

La famiglia che mi accoglie è una “grande famiglia”: genitori poco più anziani di me, sette figli ed un numero imprecisato di nipoti e nipotini, sparsi in diverse case abbastanza vicine tra loro.
Il padre, nonostante l’età, insegna ancora maternità all’ospedale, dopo aver collaborato per molti anni con gli ospedali comboniani e quelli del CUAMM; una figlia continua lo stesso lavoro; gli altri hanno le loro attività. I figli più lontani sono rientrati per la festa. Quindi la festa si trascorre tutti insieme, volontari, ospiti e famiglie, anche se, almeno per i pasti, ci si divide in almeno tre case diverse!

Per problemi organizzativi si va alla messa delle 7 del giorno di Natale, tanto quella della vigilia sarebbe alle 18… Quindi ci si muove mentre “l’aurora di bianco vestita” introduce il sorgere del sole, ed il primo raggio ci raggiunge all’ingresso in chiesa, dopo una passegggiata di una mezzoretta…
Alla fine della messa, come si usa qui, soprattutto nelle piccole comunità, ma questa è una grande parrocchia, vengo chiamato a presentarmi… assolutamen­te impreparato e distratto io, il vicino mi dice che tocca a me… Così brevissima presentazione (nome, provenienza, motivo della visita) per lasciare il posto agli altri, che ora sono attentissimi! Quasi ovviamente, all’uscita di chiesa mi trovo a stringere circa duecento mani che mi vengono a salutare ed augurare un buon Natale… Il prezzo della “fama”… (?!?)…

A pranzo siamo poco meno di una decina, il padre mangia con noi, credo per farmi compagnia, data l’età, e poi qualche mamma con piccolini al seguito.
Il pranzo di Natale è “quasi speciale”, ma non capisco bene la differenza, forse proprio nella compagnia… Mi sono fatto notare già qualche giorno fa preparan­do una semplicissima insalata mista di ortaggi, così mi chiedono di replicare: ho comprato in settimana un litro di “olio extravergine italiano di olive CEE” (una cosa che in Italia mi sarei vergognato come una scimmia), ma qui non piace a nessuno, per cui la condiscono con la maionnese industriale…
Poi pollo lesso con un sugo saporito, patate lesse, fagioli, papaya, cocomero lo­cale e omelette alla marmellata! Nescafè. Ecco un altro motivo per vergognar­mi… sarebbe meglio rinunciare!

A cena viene a farmi compagnia uno dei figli, che abita nella casa a fianco, e sempre un paio di sorelle con figli: si mangia ciò che arriva da una delle altre case: pollo arrosto e patatine fritte, per la gioia di tutti, ma soprattutto dei bimbi, ma con il “ketchup”… mi offrono anche una “Guinness” scura, esporta­zione: ne bevo solo metà, il resto lo tengo per domani; forte e ottima, ma per me è alcool, dopo tre settimane di astinenza da alcoolici!
Con la birra il discorso diventa molto interessante, almeno per me: si comincia a parlare di politica, in Italia e Uganda, e si finisce dopo un paio di ore… Mi­chael è un “fan” del partito di opposizione: sembra che ci siano molte attinenze tra i nostri paesi, i nostri politici e la corruzione generalizzata…

Per santo Stefano si replica, più o meno: a pranzo si mangia leggero e si fini­sce il pranzo di ieri… ma a cena una nuova bella sorpresa: “matoke” e “grouna­des”… per capirci: polenta di banane “planten”, ma senza le foglie di banano, e crema di noccioline con qualche piccolo ortaggio: ottimissimo!! Si potesse re­plicare in Italia…

Da domani si riprende il lavoro, i contatti con i comboniani di Layibi, che hanno una delle migliori scuole professionali dell’Uganda, e i Comboni Samaritans of Gulu”, presso cui avevo fatto un’aula di informatica nel 2012…




giovedì 22 dicembre 2016

1 - Ancora in Uganda…

 

Arrivare ad Entebbe è ormai quasi come arrivare a Fiumicino… mi sembra di ri­conoscere anche le persone… ma riesco anche a valutare i vari cambiamenti, le migliorie che stanno apportando all’aeroporto, ormai tra quelli “buoni” per arri­vi e partenze intercontinentali… Ottimo… quindi… “Pronti?… Via!”…

Questo è il quarto viaggio a permanenza lunga, oltre qualche “scorribanda” dal vicino Sud Sudan, in questo splendido Paese, verde e ricco di acqua, colori, specie vegetali ed animali, ma anche ricco di persone rappresentanti etnie, co­lori, caratteristiche somatiche e lingue diverse.

I primi giorni li trascorro a Kampala, nella casa dei Padri Comboniani, sempre accoglienti e pronti a risolvere qualsiasi anche piccolo problema. Ritrovo gli amici, il padre Provinciale che sta per terminare il suo mandato, l’amministra­tore, piccolo come me, ma tutto pepe, e poi il vescovo di Moroto, padre Damia­no, italiano, comasco, e tanti altri.
Ma questi giorni sono da sfruttare per la programmazione di tutto il periodo di permanenza e lavoro, quindi alcuni incontri, tra sabato, domenica e lunedì me li metto subito in cantiere…
Sabato alle 12 appuntamento con i giovani francescani, che mi dovrebbero ve­nire a prendere per portarmi ad un loro incontro nazionale… Alle 15.30, dopo qualche rinvio di orario, rinunciamo e rinviamo…
Domenica mattina viene a prendermi padre Edwards, direttore dell’”Università dei Martiri Ugandesi”, scuola di formazione pre- e post-laurea in management, commercio e amministrazione. Un’oretta di ritardo tanto per non disabituarsi ed un incontro assai interessante: verrò a trascorrere qui i due ultimi giorni di permanenza per fare un breve “stage” sul foglio elettronico agli studenti del corso attuale, tanto per insegnare qualche piccolo trucco, qualche malizia da “vecchio utilizzatore”, per dar loro la possibilità di migliorare l’utilizzo dello strumento.
Alle 14 avrei un altro impegno, in centro, per consegnare una busta ad una persona… alle 16, dopo tre telefonate, avviso che non aspetterò oltre i quindici minuti… Dopo sette minuti arriva e si scusa… ma di che? Se era tanto vicino non poteva venire prima? “African time”…
Nel frattempo sono tornato a “pranzare” in una specie di self-service popolare che conosco: un bel piatto di riso lesso, fagioli e crema di noccioline, il tutto “innaffiato” (i benmangianti dicono così… o no?) da mezzo litro di succo di frut­ta mista, chiamato con sussiego “cocktail” nel listino… veramente ottimo!
Conclusione… in tre giorni ho accumulato pazienza per sei ore di ritardo com­plessive… non credo sia un record, ma va già bene…

Sfrutto l’arrivo di padre Giorgio, che mi ospiterà a Kasaala per il mese di gen­naio, per andare a fare qualche acquisto per il centro di Kampala e per portar­mi avanti con la marcia di avvicinamento a Gulu, prima tappa effettiva.
Così dormo due notti a Kasaala, prendendo posto della mia “nuova camera”, la­sciando tutti i bagagli più importanti, salutando coloro che già conosco, visitan­do la scuola dove lavorerò il prossimo mese, anche per accertarmi che vada tutto bene… Sembra tutto a posto. Speriamo che continui così.

Il viaggio per Gulu dura oltre cinque ore: sono circa 280 chilometri di strada ormai finita e molto buona, anche se “affollata” di biciclette, pedoni, motoci­clette e furgoncini per il trasporto locale di ogni genere: i famosi “matato”…

Arrivare a Gulu dopo due anni e mezzo fa quasi impressione: oltre alla strada ormai rifatta completamente, anche in città sono migliorate molte cose, altre sono semplicemente cambiate, altre si sono “perse”…
Il mercato, che era estesissimo e fuori città, ora è stato edificato ed ospitato in una struttura multipiano piuttosto moderna, anche se “cinesemente semplice”, in cui ogni banco ha circa 3 metri a disposizione e i cartelli che dovrebbero in­dicare i vari reparti sono stati messi in anticipo e poi tutto è stato organizzato diversamente… ma dove non succede?
Vado subito a comprarmi un nuovo paio di ciabatte fatte con i copertoni delle auto riciclati…

Per il “meteo”, tanto importante per gli occidentali, mi avevano detto che pio­veva ancora e che la stagione secca tardava… temo di aver portato il sole… ho visto per ora solo due temporali da lontano, nemmeno una goccia di pioggia e tanta polvere, proprio come nella stagione secca che ormai è arrivata…

Quindi caldo asciutto, qualche zanzara, qualche altro insetto, ma c’è frutta di ogni tipo, nonostante la stagione non sia andata molto bene… e ancora piutto­sto freschino la sera e di prima mattina…  Ottimo!