Dopo circa due
settimane di permanenza a Kimbondo, gli eventi si succedono come
ovunque, anche se qui hanno altro quasi sempre un sapore diverso…
La scorsa settimana è
morto, in Costa d'Avorio, Papa Wemba, un cantante congolese che,
a giudicare dai servizi giornalistici, doveva essere veramente
importante… Tra lunedì e mercoledì si sono svolti i suoi
funerali: Kinshasa è rimasta paralizzata per tre giorni e i
funerali si sono svolti con il cerimoniale di Stato… Non mi
stupisco più di tanto: un paese alla vigilia delle elezioni, con il
presidente, figlio del presidente precedente, che riforma la
Costituzione per poter essere rieletto ancora una volta, o forse più;
un paese in cui si stanno riaccendendo focolai di guerra sopiti;
un paese in mano ai capitali occidentali e cinesi e alle loro armi
(quelle fornite dagli ex-colonizzatori, che hanno portato via i
soldati e lasciato ed aumentato le armi e i finanziamenti ai
governanti)…
Un paese in queste condizioni, con un'economia a rischio quotidiano di collasso, non può permettersi governi ed elezioni democratiche. Pensiamoci bene.
Un paese in queste condizioni, con un'economia a rischio quotidiano di collasso, non può permettersi governi ed elezioni democratiche. Pensiamoci bene.
La vita nell'ospedale
pediatrico va avanti, quasi sempre, tra mille difficoltà e problemi,
oppure si ferma: domenica pomeriggio è morta una bimba di undici
anni, ammalata dalla nascita, con disturbi psichici e fisici… ma
era una bambina, aveva undici anni… Lunedì mattina, alla
messa delle 7, si è celebrata la cerimonia funebre… I bambini
del suo reparto sono venuti ed hanno benedetto, come si usa qui, la
piccola bara bianca: solo un saluto semplice, senza scenografie,
senza canti e danze come succede fuori di qui… quattro ragazzi
hanno portato poi la piccola bara bianca al cimitero dell'ospedale.
Una serietà, una serenità ed una compostezza veramente
esemplari da parte di tutti… si sa, forse sarà l'abitudine…
No, qui si lavora
giorno e notte per salvare i bambini da ogni malattia o sopruso
o situazione negativa che, nella maggior parte dei casi, se non è
provocata dalle armi, è frutto di altri tipi di vessazioni: la
mancata fornitura di medicinali utili alle varie patologie, magari
solo perché troppo cari, tanto cari che servono a guarire solo i
ricchi occidentali… le industrie chimico-farmaceutiche non hanno
a che fare con persone o con cuori… solo con banche, banchieri e
capitali e capitalisti… No, queste aziende non possono spendere i
soldi per la ricerca e poi anche mandare i medicinali gratis ai
poveri… No, le fabbriche di armi non possono essere convertite in
altro genere di industrie… dobbiamo sempre guadagnare, sempre
di più… Quando non uccidiamo, lasciamo morire…
Gli amici che
leggeranno queste note mi capiscono, sanno come la penso, anche
se non condividono le stesse idee… speriamo che non si stanchino di
me e dei miei sfoghi! Mi mancherebbero...
I corsi di
informatica vanno bene: il personale che è stato mandato a
partecipare al corso di base è veramente interessatissimo…
peccato che a fine corso ci saranno otto persone che sapranno usare
il pc che in ufficio non hanno e che, se non si provvede, arriverà
anche fra un anno…
I partecipanti al
corso sull'uso del foglio elettronico il pc lo hanno: sei pc per sei
partecipanti, sei tastiere diverse (italiane. francesi, americane),
quattro sistemi operativi e due pacchetti di “office”:
abbiamo montato a tutti LibreOffice, pacchetto “open”, in
francese, ma con qualche comando in italiano o inglese, a seconda
dell'installazione del sistema operativo…
Questo corso sembra
particolarmente positivo: le persone conoscono già bene il foglio di
calcolo, anche se “repetita iuvant” e molte cose le facevano
senza saperlo… Una riscoperta di capacità note, ma sopite…
Domenica ho fatto
visita alle “case” in cui vivono gli orfani e i “recuperati”:
una per i piccoli fino a 14 anni, una per le ragazze e una per i
maschi di età superiore, che studiano o sono in attesa di
lavoro. Spazi enormi, case belle, camerate un po' piccole per il
numero di presenti… e l'assistenza delle suore che è sempre
fondamentale.
Lunedì è
venuto a trovarci il Provinciale dei Comboniani del Congo, p. Joseph
Mumbere e ci ha portati a vedere la casa delle suore comboniane qui
vicino. Il giorno dopo è tornato per concedermi una intervista per
Radio Incontri, quella con cui collaboro da qualche anno
(www.radioincontri.org),
sulla situazione del Congo: quanto ho scritto all'inizio del capitolo
ne è una sintesi efficace.
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