Nelle due ultime settimane ho fatto qualche “viaggetto” al sud,
ma anche al nord, ad ascoltare gli appelli e le richieste di aiuto di
tanti amici ugandesi, e proprio queste richieste mi portano a
ricordare l’idea lanciata circa un mese fa, di costituire una nuova
associazione che abbia la finalità di raccogliere fondi destinati
all’educazione scolastica ed all’istruzione.
Quella prima idea sta avendo sviluppi diversi. Il primo sviluppo è
che forse non serve fare una nuova associazione ma sarebbe meglio
unire le forze e gli sforzi di associazioni già esistenti.
Nell’ambito educativo-scolastico in cui sto operando ormai da quasi
dieci anni, oltre all’impegno continuo e tanto proficuo del
“Progetto INFORMAFRICA”, sempre sostenuto ed allargato da “ISF
Informatici Senza Frontiere”, abbiamo iniziato colloqui fattivi con
la parallela associazione “Docenti Senza Frontiere”.
L’idea
fondante è quella di unire gli sforzi di “fundraising” (ricerca
fondi), aumentare la base degli amici che collaborano economicamente,
ma anche progettualmente e fattivamente, ai progetti, incrementare la
politica di “informazione trasparente” sui progetti in fase di
sviluppo, e consentire agli amici donatori di gestire la loro
generosità anche da un punto di vista fiscale, ben sapendo che i
problemi non sono solo in Africa…
Un secondo motivo di questa ricerca di una partnership “forte”,
ma che non riduca il valore delle donazioni con costi di gestione
inutili e assurdi, quindi basata solo sul volontariato, è di poter
gestire un problema molto grande che si riscontra nelle richieste di
aiuto: la “sponsorizzazione” degli studenti più poveri e capaci.
In sostanza una specie di “adozione a distanza per lo studio”,
quindi pagamento delle tasse scolastiche, dei libri,
dell’abbigliamento e del mantenimento nei “college”.
Non
voglio, come penso la maggioranza di voi, donare ad ONG che spendono
nei loro stipendi da favola ed in rimborsi stellari, tutto o quasi il
denaro che viene loro dato da Stati (dalle tasche dei cittadini) e
industriali che non vogliono pagare le tasse regolari. Ciò che le
famiglie di buona volontà hanno risparmiato e vogliono mettere a
disposizione di persone in stato di disagio permanente, DEVE essere a
disposizione INTEGRALMENTE dei progetti, essendo noi solo dei
volontari, donatori di tempo e conoscenza.
Al mio rientro, dopo il 15 novembre, mi farebbe piacere poter
incontrare chi di voi è già tra gli “amici donatori”, chi dona
“periodicamente”, chi è comunque interessato a finanziare
l’educazione scolastica o a partecipare ad attività di promozione
di questi progetti “educativi” che sono alla base dello sviluppo
di qualsiasi paese. Potremo fare sicuramente molto più e molto
meglio di quanto fanno le multinazionali che rapinano materie prime,
uccidono i mercati locali, sfruttano gli operai, donne e bambini
compresi, in lavori usuranti come quello delle miniere, o rubano il
territorio di questi paesi per coltivazioni transgeniche o di
biocarburi, senza lasciare un centesimo a chi viene cacciato dalla
sua terra, ma lasciando congrue tangenti in mano a governanti e
funzionari corrotti che si arricchiscono a dismisura alle spalle
della popolazione, lasciata senza istruzione, senza trasporti, senza
sanità, ma con tanti soldati e tantissima polizia pubblica e
privata…
Ma parliamo ora di alcuni progetti nuovi che si stanno preparando.
“Great
Favour Orphanage” - Ruti (Mbarara)
Nel
profondo Sud Ovest, verso il confine con Rwanda e Congo RDC, a
Mbarara, una comunità a una decina di chilometri dal centro, chiede
di aiutare la messa in opera e lo sviluppo di un orfanotrofio che
esiste in forma “primordiale” ed assiste una ventina di bambini
di strada, orfani o abbandonati. Ora questi bimbi vivono in un paio
di stanze in affitto in una specie di “casa di ringhiera” in
campagna, grazie alla generosa assistenza ed al carico che se ne è
presa una signora che finanzia nei suoi limiti quest’operazione e
da alcune donne che vengono retribuite per la preparazione dei pasti
e la permanenza nella casa giorno e notte.
Nel
villaggio, la comunità rurale ha già creato una scuola primaria che
funziona in parte in quattro piccole aule e in parte nella chiesa
“protestante”.
Il
progetto dovrebbe finanziare la costruzione di una casa funzionale
alla vita quotidiana di circa una quarantina di bambini/e dai 6 ai 14
anni, provenienti da abbandoni voluti o meno, ed alla loro istruzione
regolare almeno per la scuola primaria.
Nel Nord, invece, dove mi recherò nella prima settimana di novembre,
al confine con il Sud Sudan, dove si trovano circa 1.800.000
sfollati/rifugiati sud-sudanesi, nella cittadina confinante di Moyo,
c’è una richiesta di creare una scuola materna e primaria modello,
per dare la possibilità agli abitanti di alcune frazioni di avere la
scuola centrale rispetto a loro e non all’estrema periferia, come
accadeva anche a Bukunda…
Progetti di questo tipo vengono richiesti da molte comunità e molto
stanno facendo quasi tutte le comunità religiose (cattoliche,
protestanti, musulmane) ma anche avventurieri economici che
costruiscono scuole belle e con promesse allettanti per insegnanti e
studenti; si fanno pagare cifre esorbitanti giustificando stipendi
elevati per gli insegnanti e costi di servizi che vengono dati solo
inizialmente; poi finiscono i soldi, non possono permettersi il
mantenimento di strutture costruite in estrema economia, ed
abbandonano il tutto alla fine del rientro economico
dell’investimento iniziale.
Di qui la scelta di “gestire in proprio” pochi progetti ma ad
alto contenuto sociale, in aree rurali depresse.
Non voglio insistere più… Vi chiedo, come sempre, di partecipare,
anche solo con un “NO, non ci credo!” di qualcuno, ma anche con
un “Incontriamoci!”, gli altri…
GRAZIE!
Per
AIUTARE vecchi
e
nuovi PROGETTI:
Bonifico
bancario sul seguente IBAN:
BANCA CARIGE : Merlo Paolo – Progetti DIVERSI
Codice IBAN: IT72Q 06175 14110 000009 208370
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