Carissimi
Amici,
prima
della fine di questo anno voglio ritrovarvi tutti… le avventure
africane riprenderanno a metà gennaio, con un nuovo viaggio, il
proseguimento e la prosecuzione e l’assistenza sui progetti
trascorsi, ma anche con un nuovo progetto, veramente molto
impegnativo, forse ambizioso, ma sicuramente di estrema urgenza e
necessità.
Vi
invio questa ultima “nota di viaggio” del 2018 per chiedere, a
chi può e lo desidera, una qualsiasi forma di aiuto: chi può
donare, chi può collaborare a cercare donatori, chi può aiutare
nella preparazione del progetto… e anche, può essere, che qualcuno
mi chieda di non inviare più le mie note o le mie richieste di
“aiuto”.
Dalla
prossima “nota” scinderò le “mailing list”: una solo per le
note di viaggio, che si troveranno sempre sul mio blog
“//progettoinformafrica.blogspot.com”
ed
una nuova nuova dedicata ai “progetti”, quindi la “Scuola di
Bukunda” (terminata, ma con possibilità di nuovi piccoli
interventi), il nuovo progetto “Casa-Famiglia di Ruti” ed
eventuali altri.
Chiedo
cortesemente a tutti di confermarmi il loro desiderio, autorizzandomi
così ad includerli in una delle due email o a cancellarli.
Non è una divisione tra buoni e cattivi, ovviamente, ma un obbligo di legge a cui dovremo sottostare per la nuova regolamentazione europea sulla “privacy”.
Non è una divisione tra buoni e cattivi, ovviamente, ma un obbligo di legge a cui dovremo sottostare per la nuova regolamentazione europea sulla “privacy”.
A
questo punto vi racconto un ultimo aneddoto africano…
Negli
ultimi giorni di presenza in Uganda, stavo tornando in bus da due
giorni a Gulu, quando alla “sosta tecnica”, una voce alle mie
spalle, in perfetto italiano ma con inflessione decisamente torinese,
mi chiede se sono italiano: aveva visto la maglietta di “Informatici
Senza Frontiere”. Chiedendo se lo avevo scritto sulla targa, non
ricordando che maglietta indossavo, mi giro e vedo una bella ragazza,
nera come tutti gli altri presenti, che mi sorride e mi dice che è
italiana… la chiamerò Maria per riservatezza… Parliamo un
momento, ci scambiamo i numeri di telefono, con la promessa di
sentirci la prossima settimana in Italia. Ora con Maria ci siamo
sentiti e ci incontreremo per trovare come iniziare una
collaborazione in Italia e in Africa: lei originaria del Camerun,
dove è cresciuta fino alle scuole superiori, poi è venuta in
Italia, si è laureata, lavora in banca come cassiera… è stanca e
disperata per come viene trattata a causa del colore della sua pelle…
vuole andare a vivere in Uganda, perché in Camerun ora la situazione
è molto pericolosa: c’è il tentativo della minoranza
anglofona
del nord-ovest di ottenere l’indipendenza dal resto del paese… e
la violenza regna sovrana.
Aiutiamoli
a casa loro... ma perché trattarli male? perché una persona giovane
e integrata, che ha studiato e lavora, deve essere trattata male per
il colore della pelle? perché chi è in attesa di regolarizzazione
deve essere messo su una strada? per farlo diventare un pericolo
sociale?
Perché
l’Italia deve essere messa alla porta dal consesso mondiale per
essersi arrogata il diritto di non osservare i diritti umani
universalmente riconosciuti da diverse generazioni? Mi verrebbe da
dire: “Smettiamola di fare il presepio...”.
Torniamo
alla casa-famiglia di Ruti…
Vi allego alcuni documenti: la prima lettera di presentazione del progetto, la pianta della casa come dovrebbe essere, la foto dei bambini (ora sono 20 che frequentano una scuola in cui ci sono altri 80 bimbi) e della loro “grande- mamma” con gli insegnanti ed il direttore della scuola.
Vi allego alcuni documenti: la prima lettera di presentazione del progetto, la pianta della casa come dovrebbe essere, la foto dei bambini (ora sono 20 che frequentano una scuola in cui ci sono altri 80 bimbi) e della loro “grande- mamma” con gli insegnanti ed il direttore della scuola.
A
voi ogni decisione ed ogni suggerimento. Vi chiedo solo di rispondere
in tempi non lunghi… Vorrei ripartire sapendo almeno chi di voi mi
può aiutare anche nell’organizzazione e nella diffusione di questo
progetto… I soldi li faremo arrivare, come sempre...
Un
grandissimo GRAZIE per quanto avete fatto per la Scuola di Bukunda,
ed uno ugualmente grande per tutto quanto vorrete e potrete fare in
futuro!
Un
ABBRACCIO a tutti, anche dai bimbi di Bukunda e di Ruti, PIENO di
AUGURI per un Natale di pace e serenità per TUTTI noi e ancora pià
per coloro che soffrono e non possono festeggiare se non stando
insieme e sorridendo in qualsiasi situazione.
Paolo