Martedì
grande festa ad Yirol! Finalmente, dopo tanti rinvii, ripensamenti e
discussioni, è arrivato il nuovo governatore della nuova contea… Chiusi tutti i
negozi, esclusi bar e ristoranti (uso i termini occidentali ma con un’accezione
assolutamente diversa!) e anche io ho lasciato a casa gli insegnanti che fanno
il corso al pomeriggio, per farli andare alla presentazione del nuovo rappresen-tante
del governo.
Un
passo a vedere l’ho fatto anche io, con padre Pedro. Cinque ore di discorsi di
tutti coloro che ricoprono un qualsiasi incarico e che quando hanno in mano un
microfono sanno quando iniziano ma non prevedono la presenza di ulteriori
oratori… Intanto a cinquanta metri i pastori “dinka” trattavano le loro vacche
e le loro capre, fregandosene totalmente del governatore e dei suoi
chiacchieroni più o meno ufficiali.
Alla
fine dei discorsi, verso le 17, pranzo ufficiale in una struttura destinata ai
giovani ed ora precettata come residenza provvisoria del “big boss”. Gli altri
si divertono a ballare e cantare… mangeranno qualcosa stasera al buio: così non
si accorgono di quanto poco c’è nei loro piatti, oggi che qualcosa c’è…
Un
segno di pace è stato l’arrivo del governatore. Un altro, forse più forte, è il
fracasso dei “big tanks” (autocisterne articolate) che attraversano, dalle 5
del mattino fino verso le 23, il villaggio: la nostra comunità è a circa 100
metri dalla strada, ma ci sono alcuni “bumps” (dossi rallentatori) vicini, che
contri-buiscono notevolmente a farli rallentare, saltare e poi ripartire con il
gas al massimo: una musica un po’ “heavy metal” accompagnata da una quantità
industriale di polvere rossa che entra nei polmoni…
Dietro
il passaggio di queste enormi cisterne si avverte il nuovo inizio della vita produttiva…
tornano dal nord del paese, dove i pozzi di petrolio sono ancora chiusi, ma in
riparazione, e vanno a riempirsi in Kenya, Congo ed anche in Uganda, almeno
fintantoché il presidente Museweni non deciderà di passare dalle parole
minacciose ai fatti, visto che il Sud Sudan non paga i debiti fin qui contratti
verso l’amico (mi sembra molto ex!) ugandese. E qui un po’ di paura potrebbe
anche venire: l’Uganda, piccolo paese equatoriale, ha uno dei maggiori eserciti
del continente africano e, quasi sicuramente, ha ancora truppe schierate
proprio in Sud Sudan… Durante i colloqui per trovare una soluzione pacifica
alla guerra civile in atto, l’Uganda era stata invitata a far rientrare le sue
truppe nei propri confini, ma la risposta era stata un “no” molto secco:
“dobbiamo difendere i nostri interessi in Sud Sudan!”…
I
due corsi di informatica proseguono di buona lena ma con risultati abba-stanza
alternati: i giovani del mattino si impegnano alla morte e sono bravi; gli
insegnanti non sono disposti a perdere il loro tempo per imparare… come ho già
detto, essendo insegnanti, devono insegnare… cosa non è dato sapere, visto che
il computer non lo hanno mai visto né usato!
La
vita in comunità procede bene, i missionari lavorano tutti molto e accolgono
diversi ragazzi a fare lavoretti di tutti i generi, dal giardinaggio alla
muratura alle piccole commissioni, tanto per non regalare loro il mangiare o la
retta scolastica… Il mangiare è sempre buono, anche se articolato su un menu
più o meno settimanale. Praticamente per una settimana si mangia una serie di
piatti e poi la settimana dopo si cambia qualcosa: i fissi sono, come sempre e
ovunque, riso e polenta di mais bianco (in Uganda c’è quella di banane planten,
in Centrafrica di manioca e così via). Poi si aggiunge qualcosa di calorico
(lenticchie o fagioli o ceci) e, se ci sono, pane, frutta o tonno… Un paio di
volte alla settimana c’è anche una pastasciutta favolosa o la carne o, come
stasera, il pesce del fiume affumicato, ottimo!
Niente
di cui lamentarsi. Poi, se si ha fame, ci sono i soliti biscottini indiani o
kenyoti ricchi di glucosio (alla faccia di noi occidentali!).
La
colazione invece è a base di caffè (tostato in casa, all’italiana) o thè
ugandese, poi latte condensato, di cui io non considero nemmeno l’esistenza,
biscottini e a volte la marmellata. Mancano quasi del tutto le uova e, in
questa stagione, anche le verdure scarseggiano assai, come la frutta. Ma padre
Giovanni, per farmi stare bene, sta inventando di tutto: ha portato in tavola,
un po’ per volta, papaya, bananine piccole, jackfruit e così via!
Il
caldo torrido sembra sia passato e da un paio di giorni si dorme meglio, anche
con un lenzuolo o una copertina… La minima oggi alle 7 era intorno ai 20°, ma
la massima sale sempre intorno a 38°… Speriamo che la stagione delle piogge non
arrivi troppo presto, ossia almeno fino a quando ci sono io!