Non
sono abituato a "sparare a zero" su nessuno, salvo se
qualcuno mi legittima a farlo sperperando il denaro pubblico o
distruggendo il "bene comune" o massacrando l'italica "sana
e robusta Costituzione", o magari generalizzando dove proprio
non si può e non si deve, per onestà morale.
Questa
volta però, senza sparare, devo raccontare due episodi carini,
perché ciò può servire a tutti coloro che sono "portati ad
aiutare gli altri", che si sentono in dovere di farlo, ma che
non conoscono le regole del gioco, necessarie anche in questa
attività, soprattutto quando non si tratta di andare semplicemente
in una casa di riposo ad assistere un anziano...
Ricordo
che quando ho iniziato a fare volontariato in carcere mi dissero
subito che dovevo "prepararmi bene" a conoscere questo
ambiente prima di fare disastri! Vale ancor più per l'Africa, che è
un mondo completamente diverso dal nostro.
Un
paio di settimane fa ha annunciato il suo arrivo una signora
americana che aveva incontrato padre Victor anni prima. Chiedeva di
poter essere prelevata al confine con l'Uganda, che dista da noi una
decina di chilometri, dove l'avrebbero portata le suore che l'avevano
ospitata per qualche giorno.
Andiamo
a prenderla e la portiamo in Comunità, dove le viene data una camera
e viene invitata a mangiare con noi i pasti quotidiani. Con il
passare dei giorni la signora "invade" la Comunità e parte
del villaggio, parla con tutti, si fa conoscere... Su alcuni punti
però non ci troviamo proprio d'accordo... è favorevole alla pena di
morte, e quando ne abbiamo parlato è scoppiata in una risata
fragorosa che ha fatto alzare da tavola me ed il parroco... poi ha
sconcertato tutti generalizzando sul fatto che in Vaticano ci siano
solo persone disoneste... Conosce tutti e chiede di tutti e si
arrabbia con un vescovo che non le ha parlato di una comunità di
suore... lei dice che sta cercando fondi per aiutare le suore e le
comunità religiose che hanno bisogno di aiuti... ma alla fine dice
che lei non ha soldi, viaggia a sbafo delle comunità religiose e si
fa portare in giro da chiunque senza programmi o mete precise...
Quando,
dopo una settimana di vita comunitaria, se ne va a Juba, senza
lasciare nemmeno un'offerta in cambio di vitto e alloggio, chiede un
passaggio a fratel Erich sul camion che porta gli operai e i banchi
di una scuola, senza pensare che gli operai sono costretti dalla sua
presenza a viaggiare in cima al carico, nel cassone, e lei si lamenta
delle buche della strada in cabina...
Dopo
due giorni si scopre che doveva andare altrove, ma non aveva voluto
accettare il passaggio giusto, da sola, con un un autista locale...
La filantropa!
Due
giorni fa sono arrivati due ragazzi austriaci, giovanissimi, lui al
secondo viaggio in Africa, lei al primo... Di buon mattino vanno in
ospedale a presentarsi al direttore che sapeva del loro arrivo, ma
vengono cacciati dalla polizia... nessuno dice loro che è presente
il ministro della sanità e che gli stranieri non possono accedere
per un giorno... tornano sbigottiti e spaventati, tanto che decidono
di rientrare immediatamente a Juba e poi vedere il da farsi!
Per
fortuna padre Victor ed io riusciamo a convincerli che le cose vanno
meditate meglio, che le decisioni emozionali non sono sagge e che è
meglio che si riposino ancora un giorno! Poi andranno dal direttore
dell'ospedale, che sapeva del loro arrivo e ne era anche contento, a
sentire cosa possono fare!
L'ospedale
aveva già fatto sapere che "i volontari sono ben accetti se si
procurano loro da mangiare, da dormire e se magari possono anche
portare gli strumenti e gli attrezzi e le medicine": l'ospedale,
come le scuole, come tutti, non ha nulla di nulla. Solo qualche letto
per i malati gravi!
Ancora
una volta si verifica che, per finanziare l'esercito al confine con
il Sudan, tutti rinunciano a tutto: non ci sono più carburanti per
le vetture, per le fabbriche, per i generatori di corrente; il
petrolio arriva dal Congo e dall'Uganda, perché i pozzi sono fermi;
il cibo diminuisce di quantità ed aumenta di prezzo; le scuole e gli
ospedali mancano di tutto, anche degli stipendi per chi ci lavora e
ci insegna.
Tutto
è ufficialmente definito "a disposizione delle forze armate"
per essere utile alla "difesa del Sud Sudan".
Qualcuno
dice che "non vuole la guerra", ma nel frattempo tutti si
attrezzano per l'eventualità... il popolo povero si sta attrezzando
mangiando sempre meno! I soldati si stanno attrezzando comportandosi
con l'arroganza di chi "difende il suolo patrio"... che non
si sa nemmeno esattamente quale sia, vista la mancanza di confini
stabiliti a priori dell'indipendenza!